Interviene oggi anche il CIMAP (Coordinamento imperiese per l’Acqua Pubblica) a seguito dell’articolo pubblicato ieri da Riviera Time:
“Quale Coordinamento promotore del referendum popolare del giugno 2011 vigiliamo sulla coraggiosa scelta delle amministrazioni provinciali che ha portato alla nascita della società pubblica in house Rivieracqua.
Per questo siamo preoccupati per la posizione comunicata dal Presidente della Provincia Fabio Natta nel documento che apre di fatto ai privati, inviato, negli stessi giorni in cui ricorreva con amara constatazione la Giornata mondiale dell’acqua, ai Comuni che fanno parte di Rivieracqua, al CdA della società stessa, all’Autorità di Regolazione per Energia Reti ed Ambiente, alla Corte dei Conti, alla Procura di Imperia e alla Prefettura di Imperia.
È una posizione non condivisa in Consiglio provinciale che riteniamo contrastante con la volontà dei cittadini e stravolgerebbe la forma di gestione “in house providing”, scelta dai sindaci imperiesi all’indomani del referendum, che aveva affidato la gestione unica a Rivieracqua con una delibera del 2012.
È una posizione grave e fuori luogo, non in linea con il ruolo di controllo della Provincia, un compito che avrebbe dovuto vedere l’Ente di Governo d’Ambito in questi anni protagonista sulla vigilanza dei Comuni e dei gestori cessati per i mancati conferimenti e di indirizzo per quei processi attuativi non più procrastinabili per una gestione dell’acqua sottratta alle logiche di mercato e del profitto.
È una sortita che svela gli intenti politici ad incarico ormai in scadenza; “il re è nudo” perché manifesta delle scelte, neanche tanto possibili senza una gara ad evidenza pubblica, anziché rivelare indirizzi di mandato amministrativo.
Sentiamo la necessità, come Coordinamento imperiese per l’Acqua pubblica – CIMAP di tornare ad invitare gli attivisti a mobilitarsi, per difendere la scelta fatta da milioni di cittadini, in particolare anche dalla maggioranza dei cittadini imperiesi, per l’acqua pubblica.
Indietro non si torna. La gestione dell’acqua e dei beni comuni deve essere pubblica.”