Intervento di Guido Abbo, capogruppo di Imperia al Centro, sulla raccolta porta a porta e sulla TARI:
“Imperia si deve preparare a una bella mazzata per quanto riguarda la tassa rifiuti, la famigerata TARI. Il costo complessivo preventivato per il 2019 dal PEF (piano economico finanziario) del servizio igiene ambientale, approvato il 6 marzo in giunta, è pari infatti a 11.491.454 euro a fronte di 9.426.369 del preventivo 2018, con un aumento medio del 21,9%; dato che la raccolta dei rifiuti non la paga il Comune con le sue casse, ma interamente i cittadini con la TARI, tale aumento si trasferirà interamente sulle tariffe, anche se saranno possibili aumenti in % diverse, maggiori o minori, per le diverse categorie di utenti. Il PEF riporta un aumento del 15,54% come sbilanciamento ma tale dato è al netto di conguagli per incameramento di risparmi ante 2018, l’aumento reale del costo, si ribadisce, è del 21,9%.
Facciamo subito chiarezza su una cosa: la precaria situazione finanziaria del Comune questa volta non c’entra nulla, il Sindaco Scajola e la sua amministrazione non possono continuare il giochetto “è colpa di quelli di prima”, ma devono assumersi la responsabilità integrale di tali aumenti.
Imperia al Centro, come sempre si ripete, è favorevolissima al porta a porta, che comporta necessariamente dei costi maggiori, soprattutto in fase di avvio, e quindi non si discute l’aumento del costo in se’; quello che si stigmatizza è che tale maggior costo verrà applicato ai cittadini a seguito di un servizio affidato con ordinanza sindacale, con una trattativa privata senza alcuna gara di appalto, senza alcuna trasparenza e senza alcuna garanzia del fatto che si poteva spendere di meno. Tale valutazione critica si aggiunge a quanto già detto circa le modalità di applicazione del porta a porta, imposto in tutta fretta senza uno studio approfondito preventivo delle problematiche da affrontare, senza preparare i cittadini, senza condivisione alcuna e … senza neppure un assessore all’ambiente!
Ancora più grave pare, dall’esame del PEF, la situazione a consuntivo per il 2018, che riporta un aumento di costi di 338 mila euro, di cui 214 mila euro di aumento del costo del servizio motivati dall'”accordo transattivo concluso con Teknoservice”.
Qua sorge un grosso dubbio: con la transazione approvata il 25 settembre scorso il Comune aveva pagato 1.200.000 euro a fronte di 2.038.000 di penali accantonate, e quindi avrebbe dovuto risparmiare 838 mila euro di servizio, e non spendere 214 in più. La differenza totale è di più di un milione, e non si capisce dal PEF da dove derivi. Potrebbe essere determinata dai maggiori servizi richiesti dal Comune di Imperia alla Teknoservice dal mese di settembre in poi (qualche mezzo e qualche operatore in più), ma sarebbe una follia una spesa di oltre un milione di euro aggiuntivi per poco più di 3 mesi, fra l’altro per un servizio che era praticamente uguale a quello precedente.
La somma delle due analisi sopra riportate desta moltissima preoccupazione: se con tanta leggerezza il Comune ha sforato il preventivo di un milione di euro in più in pochi mesi 2018, quanto ci costeranno, in più del già alto preventivo, gli sforzi immani che sta facendo la Teknoservice per cercare di porre rimedio al delirio attuale del servizio porta a porta?
Per completare il quadro, ricordiamo che il progetto del nuovo bando di gara, che dovrebbe partire il prossimo 1 ottobre, avrebbe dovuto essere approvato in consiglio a metà dicembre e quindi siamo ormai a 3 mesi di ritardo… le rassicurazioni del Vice Sindaco alla nostra question time sul rispetto dei tempi del cronoprogramma sembrano quasi una presa in giro.
In conclusione, prepariamoci ad avere ancora per lungo tempo un gestore senza un regolare appalto e tariffe altissime… auspicando almeno che il servizio di raccolta porta a porta incominci prima o poi a funzionare.”