Il comitato ‘m’Importa’, da sempre impegnato per una Imperia pulita e sostenibile, interviene sul servizio porta a porta partito il 1° febbraio nella città capoluogo di Provincia.
Un messaggio che non nega o nasconde i disagi e le problematiche diffuse in città in queste settimane (cassonetti stracolmi e non svuotati, mancato ritiro di mastelli, ecc), ma che afferma convinto che l’unica strada percorribile rimane comunque quella del porta a porta.
Di seguito il testo completo:
“Partiamo dicendo che questo articolo è senz’altro approssimativo, perché non prende in considerazione tutti gli innumerevoli (e forse in parte anche a noi sconosciuti) aspetti del problema e senz’altro è un articolo di parte, quella parte contenta del nuovo servizio di porta a porta.
Ma proviamo a trovare un inizio da dove partire. Là dove c’è un servizio, spesso vi sono delle aspettative che, altrettanto spesso, vengono disilluse. Potremmo dire che il nuovo servizio di raccolta differenziata porta a porta di Imperia, partito il 1° febbraio, sia un ottimo esempio.
In effetti, in questo momento, ci sono delle difficoltà; la cosa è innegabile. Ci sono cassonetti pieni di rifiuti, anche ingombranti, che strabordano in attesa che gli uni e gli altri siano rimossi mentre, in qualche caso forse non del tutto sporadico, i mastelli, seppur conferiti correttamente, non vengono svuotati.
Però, nonostante tutto, il porta a porta è un ottimo inizio perché il “comodo” cassonetto stradale, dove ogni giorno a qualunque ora si poteva buttare tutto indistintamente liberandosi così di un problema non appena chiuso il coperchio, non è più un’alternativa sostenibile.
Raccogliere i rifiuti in maniera differenziata permette di riutilizzare le materie già lavorate senza dover utilizzare materie prime, sempre più rare e costose. La raccolta differenziata ci permette di conferire in discarica una percentuale sempre più piccola di rifiuti così da ridurre il problema dell’ingombro e dell’inquinamento, tutti costi mai conteggiati che l’ambiente anticipa soltanto, restituendoci un conto salato tutto in un’unica rata.
Inoltre il servizio di raccolta porta a porta permette un maggior controllo e, come previsto dalla legge, anche un modello più democratico di pagamento, che baserà la tariffa sulla produzione. Sogno? No realtà, visto che in modo sperimentale questo servizio è già in atto in alcuni comuni d’Italia. Anche in Liguria.
E poi questo è l’unico servizio che ci permette di capire davvero i nostri rifiuti, di poterli misurare, analizzare, insomma che ci permette di capire cosa davvero stiamo comprando, cosa davvero stiamo pagando, scambiandolo tal volta per comodità. Una volta iniziato il servizio di porta a porta, infatti, si vede bene come il mastello sempre pieno è proprio quello della plastica mentre quello dell’indifferenziato sembra non riempirsi mai e quell’organico alla fine non puzza poi così tanto! E’ proprio da qui che dobbiamo partire; capendo che possiamo ridurre il volume di plastica che acquistiamo anche perché lo paghiamo, oltre poi a doverlo smaltire. Ed ecco anche perchè il servizio prevede una sola raccolta la settimana: diventato scomodo smaltire la plastica, troveremo una soluzione, magari smettendo di comprare le vaschette e ritornando al banco dei freschi oppure riutilizzando i contenitori o scegliendo supermercati con dosatori alla spina.
Ovvio che non dovremo fare tutto in un giorno, e non dovremo nemmeno fare tutto per forza ma solo e soltanto questo sevizio ci mette di fronte alla verità, ci mette di fronte ad un sistema insostenibile, un sistema che non possiamo più perpetrare, per i miliardi di frammenti di plastica che troviamo in mare o nello stomaco degli animali che mangiamo o nei prati dove siamo soliti andare con i nostri figli.
Il comitato m’Importa quindi si schiera completamente dalla parte del nuovo servizio di raccolta porta a porta perché il solo che, con piccoli gesti quotidiani, ci permette di fare davvero una grande differenza, non solo per l’ambiente di cui potrebbe anche non importanti nulla, ma soprattutto per noi, per capire come risparmiare, come organizzare la nostra spesa e per essere davvero liberi, speriamo il prima possibile, di pagare solo per quello che produciamo.”