Dopo i due ricorsi presentati ieri da Amat e Aiga nei confronti di una delibera provinciale dello scorso novembre si apre uno scenario diverso per il futuro di Rivieracqua, la società pubblica creata per gestire il servizio idrico integrato nel Ponente ligure: uno scenario che esclude le due società, gestori cessati.
“Ci riserviamo questa opzione. Per il momento il piano concordatario prevede il conferimento delle due società in Rivieracqua, ma il piano potrà essere modificato,” spiega il presidente della società Gian Alberto Mangiante.
Il piano concordatario sarà presentato in tribunale il prossimo 1° febbraio. Questo dovrà essere approvato dall’adunata dei creditori, tutte quelle ditte che hanno eseguito lavori e hanno maturato crediti nei confronti di Rivieracqua.
A questi verrà garantita una soglia di rientro del 36%. “In una situazione di concordato è una percentuale accettabile. Ma vogliamo andare incontro alle ditte. Il nostro impegno è quello di alzare questa soglia,” spiega Mangiante.
Tra i creditori vi sono anche Aiga e Amat a cui Rivieracqua dovrà pagare un indennizzo (circa 25 milioni in totale) per il conferimento.
“L’opzione di escludere le due società dal futuro di Rivieracqua arriva dopo questo ricorso, un ricorso su una delibera conforme a quello che il piano aveva recepito. Quindi, presumibilmente, potrebbero essere dei creditori che non voteranno a favore del piano concordatario,” prosegue Mangiante.
A questo punto si sta valutando l’opzione di escludere Amat e Aiga dai gestori compresi nella futura Rivieracqua andando a restringere l’ambito territoriale che non comprenderebbe quindi l’intera provincia di Imperia.
“Se escludiamo le due società dai creditori – spiega Giacomo Chiappori, sindaco di Diano Marina e presidente della commissione tecnica di Rivieracqua – sarà più facile salire con la soglia per le altre ditte creditrici, un’opzione sicuramente importante.”