La battitura delle olive è in gran parte conclusa e ormai anche la frangitura è agli sgoccioli. È il momento giusto, quindi, per fare un bilancio su com’è andata quest’ultima stagione per gli olivicoltori e i frantoiani del Ponente ligure.
“Quest’anno è andata molto bene. Non ci aspettavamo un’annata del genere,” commenta Paolo Boeri di Olio Roi, tra le principali aziende nel Ponente ligure.
“Tutte le situazioni climatiche – spiega – sono state favorevoli alla produzione. La Liguria è una delle poche Regioni in Italia che quest’anno ha avuto produzione. Tante olive, bellissime, non c’è stato attacco di mosca, una delle nostre nemiche principali.”
A fine ottobre le associazioni di categoria e gli agricoltori avevano, però, lanciato un grido disperato. Il forte vento che aveva colpito la nostra Provincia nella notte tra il 29 e il 30 ottobre aveva provocato la perdita di gran parte delle olive, in particolar modo negli uliveti sulla costa. Nonostante tutto la raccolta sembra essere comunque stata buona.
“Nel dramma è andata bene. Purtroppo alcuni agricoltori hanno avuto grandi perdite, ma nel complesso è stata una buona annata. Le perdite sono state mitigate dal fatto che le olive quest’anno erano veramente tante. Se questo fosse successo due anni fa, ad esempio, non sarebbe rimasta neanche un’oliva sull’albero,” spiega Boeri.
Al di là delle quantità, l’olio di quest’anno sembra eccellere per la qualità.
“Confermo. Ha una dolcezza molto diversa rispetto a quella degli anni passati dovuta ad una carica di polifenoli leggermente minore. Il gusto è veramente vellutato dimostrandosi un olio eccezionale da usare sul pesce e sulle verdure. Mantiene però la solita punta di piccante dell’oliva taggiasca,” continua.
Un 2019 che sembra, quindi, partire con il migliore dei presupposti.
“Questi ottimi presupposti – scherza Boeri – ora dobbiamo trasformarli in vendite altrimenti ci rimangono tutti i magazzini pieni. È questa la sfida dei prossimi mesi.”
Sfida che siamo sicuri i nostri produttori locali vinceranno sia per la loro tenacia e professionalità nonostante le difficoltà di questa produzione, sia per l’eccellenza della taggiasca che sempre di più si sta facendo conoscere sulle tavole e nei ristoranti di tutto il mondo.