Sono nomi prestigiosi quelli che compongono la proposta culturale del Casinò di Sanremo per la stagione invernale dei Martedì Letterari.
Tredici momenti che permetteranno di ascoltare il critico d’arte Philippe Daverio nella sua relazione su quell’Italia artistica meno conosciuta ma tanto più affabulante, Stefano Zecchi con il suo libro dedicato ad una storia d’amore perduta tra le pagine della Seconda Guerra Mondiale, Fabio Marchese Ragona che affronta nell’ultimo saggio il discusso personaggio di Marcinkus, sondando una parte importante della storia economico-finanziaria dello Stato del Vaticano. Seguiremo il prof. Aldo Mola con l’architetto Marco Albera alla scoperta della storia della “Cordes Frates” e Marco Malvaldi che ci affascinerà con l’ultimo appassionante libro che ci proietterà nella Firenze del 1493 seguendo un taccuino scomparso. Il mondo dei quarantenni ormai rassegnati verrà affrontato dal giornalista Tommaso Labate, mentre il magistrato Francesco Caringella fornirà alcune preziose nozioni per comprendere meglio la Carta costituzionale. “Trump vita di un presidente contro tutti” è il titolo del volume di Gennaro Sangiuliano, Direttore del Tg2 ospite dei Martedì Letterari il 19 marzo con Carlo Sburlati. Concluderà il mese di marzo l’autorevole presenza del cardinale Angelo Scola con il volume: ”Ho scommesso sulla libertà l’autobiografia redatta con Luigi Geninazzi. Il 2 aprile Michele Navarra, Premio Casinò di Sanremo-Antonio Semeria per la Narrativa edita presenterà il libro: ”Solo la verità” (Novecento Editore).
Anche per il 2019 vengono riproposti cicli classici della rassegna: ”Grandi Autori” “Gli Omaggi” “Arte e Letteratura” Il Festival della legalità e delle idee”, giunto alla quinta edizione che vede la preziosa collaborazione dei magistrati Dott. Alberto Lari, Procuratore di Imperia, Dott.sa Grazia Pradella e dott. Roberto Cavallone.
Nel ciclo “Arte e Letteratura” si inserisce l’esposizione “Per sincerità ricevuta. Undici opere di Renato Guttuso” al Casinò di Sanremo, curata dalla Dott.sa Federica Flore, storica dell’arte, nata dalla collaborazione con la Fondazione Cento Fiori di Savona, il Circolo degli Artisti di Albissola, il comune di Albissola e la famiglia Ciaccio. Verrà presentato anche il nuovissimo catalogo-volume che accompagna la mostra, in cui verrà esposto il quadro “Il cane sul prato” di Guttuso proveniente dalla collezione privata del Casinò.
“Ricercatezza nelle tematiche affrontate attraverso la presenza di grandi personaggi, il rapporto tra scrittore e pubblico, la frequenza annuale degli incontri, la partecipazione del mondo della scuola sono gli elementi che contraddistinguono stagione dopo stagione i Martedì Letterari. Realtà culturale che caratterizza da novant’anni il Casinò di Sanremo, per la sua attenzione verso il mondo culturale, letterario ed artistico – sottolinea Casinò Spa – Ogni incontro è un arricchimento per la componente di esclusività che scaturisce dai Nomi prestigiosi, che vi partecipano e dalle tematiche affrontate, scelte per coinvolgere il sempre numeroso e partecipe pubblico. Proprio l’assidua frequenza è di grande sostegno e sprone per offrire sempre nuovi momenti culturali appaganti per lo spirito e motivo di crescita culturale, un modo anche per unire più generazioni. Agli incontri, infatti partecipano studenti,componenti della società civile ma anche il turista che trascorre un periodo di vacanza in Riviera. Ringraziamo gli scrittori e i protagonisti di questi appuntamenti per aver accolto il nostro invito, chi ci segue da tempo, i più giovani e i tanti insegnanti che apprezzano le scelte culturali proposte, inseriti nei diversi piani di Formazione dei docenti e dei Giornalisti. I Martedì Letterari come il Teatro dell’opera appartengono alla città e al territorio, eredità che continua anno dopo anno a proporre quell’Otium di cui si nutre lo spirito, cementando l’immagine culturale della nostra Azienda.”
Il 15 gennaio alle ore 16.30 nel Teatro dell’opera il prof. Stefano Zecchi presenta il libro: “L’amore nel fuoco della guerra (Mondadori)”.
“Una coincidenza ci illude che il mondo non sia tanto disordinato e casuale come sembra.” Inizia così il nuovo romanzo di Stefano Zecchi, con un incontro fortuito, l’imbattersi inaspettato ma allo stesso tempo fatale in una cartellina azzurra con un nome scritto a matita rossa in un angolo. Per non farsi cogliere impreparati dal destino, bisogna fare attenzione alle coincidenze che ci presenta, e così, piano piano, ricerca dopo ricerca, un semplice nome può diventare un titolo, e poi una persona, e infine una storia, che apre un nuovo scenario: la vita di Valerio. Dal suo struggente Diario di un musicista disarmato, affiorano le immagini affascinanti di una città, l’indimenticabile Zara, con la bellezza dei suoi campielli, delle chiese, dei palazzi affacciati sul mare. Un diario che racconta la storia di Valerio quando in un giorno d’autunno del 1943 vive l’ultima occasione di un grande amore che aveva lacerato la sua esistenza, sempre in bilico tra erotismo e innocenza. Un amore complicato, doloroso, attraversato da tradimenti e congiure in quegli anni difficili, che s’intreccia con la passione politica per la terra dalmata. E come un canto di libertà, ispirato dalla sua musica, Valerio sentirà la responsabilità di difendere, in un estremo tentativo, la Zara italiana e cosmopolita, offesa e poi dimenticata dalla Storia.
Dopo Quando ci batteva forte il cuore e Rose bianche a Fiume, Stefano Zecchi torna a raccontare una delle pagine più eroiche e terribili della nostra Storia, per far conoscere un’altra verità scomoda e difficile da accettare.
Stefano Zecchi. Venezia 1945. Docente di estetica presso l’università di Milano, è romanziere, saggista, editorialista. Tra i suoi titoli, Sensualità, Amata per caso, La bellezza, Rose bianche a Fiume e Paradiso Occidente.
Il 22 gennaio ore 16.30 nel Teatro dell’Opera Fabio Marchese Ragona illustrerà l’ultima fatica letteraria : Il caso Marcinkus. Il banchiere di Dio e la lotta di papa Francesco alle finanze maledette (Chiarelettere).
Questo libro ripercorre le imprese rocambolesche di monsignor Marcinkus, uomo vicinissimo al papa e ai suoi più stretti collaboratori, intimo di ministri e capi di Stato, manager e banchieri, arricchendole di dettagli venuti alla luce solo di recente, di nuove testimonianze e di documenti inediti. A distanza di trent’anni dall’uscita di scena di Marcinkus, cosa resta di lui nelle stanze del torrione di Niccolò V, sede dell’Istituto per le opere di religione? È vero che lo Ior si è ormai quasi totalmente rinnovato, come assicura il suo attuale presidente, grazie alla vigilanza dell’Autorità d’informazione finanziaria della Santa sede e alle nuove normative sulla trasparenza entrate in vigore in Vaticano? Oppure persistono ombre e torbide manovre per ostacolare il cambiamento voluto da papa Francesco? Un racconto che attraversa più di cinquant’anni di storia delle finanze maledette del Vaticano, con lo sguardo sempre rivolto all’attualità, fotografando i lati oscuri che ancora rimangono. Di nuovo legati alla gestione del denaro, del potere e degli affari.
Fabio marchese Ragona nonostante sia nato a Milano il 23 dicembre del 1982, è siciliano di Canicattì (Agrigento), ma negli ultimi anni ha vissuto tra Roma e Milano. Scrive principalmente di cose vaticane ed è accreditato come vaticanista presso la Sala Stampa della Santa Sede.
Si è laureato a Roma in Scienze della Comunicazione prima nel dicembre 2004 (laurea triennale) e poi nel dicembre 2006 (laurea specialistica). In seguito, a Milano, ha frequentato il master biennale in giornalismo del Campus Multimedia IULM – Mediaset. Dopo aver svolto stage in Rai e a SkyTg24 è arrivato a Mediaset, dove lavora dal dicembre 2008. Ha lavorato a “Studio Aperto”, “News Mediaset”, “Tgcom24”, “Tg4” e “Videonews”, la testata Mediaset che realizza i programmi d’informazione di Canale 5, ItaliaUno e Retequattro. Dall’ottobre 2017 è ritornato al canale all-news Tgcom24, dove conduce e cura ogni settimana la rubrica tv “Stanze Vaticane“).
Collabora anche con il quotidiano Il Giornale, il settimanale Panorama, con il mensile di cinema CIAK e ogni tanto con Wired.it. In passato ha scritto (di Vaticano e non) per L’Espresso, Il Foglio (ediz. del sabato), Corriere della Sera Magazine, Repubblica.it e Vatican Insider – La Stampa. E’ autore de “Il Sorriso di Karol“, documentario di Tgcom24 su Giovanni Paolo II.
Ha scritto nel maggio 2016 “Potere Vaticano“, un pamphlet sulla diplomazia di Papa Francesco edito da Il Giornale. Ha collaborato nel 2015 anche al “Vocabolario di Papa Francesco”, edito da Elledici. Nel maggio 2009 ha realizzato un’intervista al comandante della Guardia Svizzera, Daniel Anrig, sulla possibilità di ammettere le donne nel corpo pontificio (l’intervista è stata ripresa dalle principali testate internazionali, dal Times al Washington Post, fino alla BBC. El Pais, Corriere della Sera, Fox News e New York Times).
Il 29 gennaio nel Teatro alle ore 16.30 Cordes Frates – Dall’Europa a Sanremo. Storia della Federazione Internazionale degli Studenti nel Novecento. Intervengono lo storico Aldo A. Mola e l’architetto Marco Albera. Musica, canti e cimeli
Dopo la pausa festivaliera il 19 febbraio ore 16.30 nel Teatro dell’Opera Marco Malvaldi presenta il libro: “La misura dell’uomo” (Giunti)
Un taccuino segreto. Una morte inspiegabile. Un genio che a distanza di cinque secoli gioca con la nostra intelligenza e ci colma di stupore.
«Questa capacità rende l’uomo simile a Dio: quella di inventare cose che non esistevano prima, e dare loro significato. Ogni uomo può dar forma, nella sua testa, a oggetti che non esistono, e convincere gli altri che tali oggetti esistono, o esisteranno.»
Ottobre 1493. Firenze è ancora in lutto per la morte di Lorenzo il Magnifico. Le caravelle di Colombo hanno dischiuso gli orizzonti del Nuovo Mondo. Il sistema finanziario contemporaneo si sta consolidando grazie alla diffusione delle lettere di credito. E Milano è nel pieno del suo rinascimento sotto la guida di Ludovico il Moro. A chi si avventura nei cortili del Castello o lungo i Navigli capita di incontrare un uomo sulla quarantina, dalle lunghe vesti rosa, l’aria mite di chi è immerso nei propri pensieri. Vive nei locali attigui alla sua bottega con la madre e un giovinetto amatissimo ma dispettoso, non mangia carne, scrive al contrario e fatica a essere pagato da coloro cui offre i suoi servigi. È Leonardo da Vinci: la sua fama già supera le Alpi giungendo fino alla Francia di re Carlo VIII, che ha inviato a Milano due ambasciatori per chiedere aiuto nella guerra contro gli Aragonesi ma affidando loro anche una missione segreta che riguarda proprio lui. Tutti, infatti, sanno che Leonardo ha un taccuino su cui scrive i suoi progetti più arditi – forse addirittura quello di un invincibile automa guerriero – e che conserva sotto la tunica, vicino al cuore. Ma anche il Moro, spazientito per il ritardo con cui procede il grandioso progetto di statua equestre che gli ha commissionato, ha bisogno di Leonardo: un uomo è stato trovato senza vita in una corte del Castello, sul corpo non appaiono segni di violenza, eppure la sua morte desta gravi sospetti… Bisogna allontanare le ombre della peste e della superstizione, in fretta: e Leonardo non è nelle condizioni di negare aiuto al suo Signore. A cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci, Marco Malvaldi gioca con la lingua, la scienza, la storia, il crimine e gli ridà vita tra le pagine immaginando la sua multiforme intelligenza alle prese con le fragilità e la grandezza dei destini umani. Un romanzo straordinario, ricco di felicità inventiva, di saperi e perfino di ironia, un’indagine sull’uomo che più di ogni altro ha investigato ogni campo della creatività, un viaggio alla scoperta di qual è – oggi come allora – la misura di ognuno di noi. (dalla prefazione)
Marco Malvaldi (Pisa, 1974), chimico, ha esordito nel 2007 per Sellerio con La briscola in cinque, primo degli ormai sette volumi dedicati ai “vecchietti del BarLume”, divenuti nel 2013 anche una serie televisiva. Ha pubblicato inoltre i romanzi Odore di chiuso (Premio Castiglioncello e Isola d’Elba-Raffaello Brignetti), Milioni di milioni, Argento vivo, Buchi nella sabbia, La battaglia navale, Negli occhi di chi guarda e i saggi L’infinito tra parentesi. Storia sentimentale della scienza da Omero a Borges, Capra e calcoli. L’ eterna lotta tra gli algoritmi e il caos, Le due teste del tiranno. Metodi matematici per la libertà, L’ architetto dell’invisibile ovvero come pensa un chimico e Per ridere aggiungere acqua. Piccolo saggio sull’umorismo e il linguaggio.
Con lunedì 25 febbraio si apre la tre giorni dedicata al festival della legalità e delle Idee, curato in collaborazione con i Magistrati dott. Alberto Lari, Procuratore di Imperia, Dott.sa Grazia Pradella e Dott. Roberto Cavallone.
Per il quinto anno consecutivo il Festival coinvolgerà le scuole provinciali e la società civile attraverso incontri, che inizieranno alle ore 10.30. e alle ore 15.30, con scrittori, giornalisti, magistrati ma anche giovani cantanti e cantautori per riflettere ancora una volta sul significato sociale della “Cultura della legalità.”
5 marzo ore 16.30 Teatro dell’Opera Tommaso Labate presenta il libro:“I rassegnati. L’irresistibile inerzia dei quarantenni “(Rizzoli)
La cronaca precisa di un’occasione sprecata, di una partita persa all’ultimo rigore.
«Trentanove è il numero simbolo di una generazione fallita o sull’orlo del fallimento. Una generazione fregata dai padri, che pure avevano consegnato l’illusione che a un’infanzia felice e a un’adolescenza bellamente turbolenta sarebbero seguiti anni di benessere, serenità, sollievo, pace. Una generazione che non genera figli, come impietosamente fotografato da tutte le rilevazioni statistiche. Trentanove è l’età media del Rassegnato.»
Come siamo arrivati fin qui? Da dove ha origine quella che Mario Monti, da presidente del Consiglio, definì «generazione perduta»? Quali sono le responsabilità dei quarantenni di oggi e quali le colpe di una pessima visione politica e sociale nell’Italia degli ultimi cinquant’anni? Tommaso Labate, anagraficamente coinvolto in questa categoria vittima di un’inarrestabile parabola discendente, scava nel passato dei Rassegnàti per trovare la matrice della non-reazione, dell’inerzia, della sconfitta che segna il destino dei ventenni di vent’anni fa. Quelli a cui la dignità deve essere concessa per decreto. Dalle lotte (finte, sbagliate o troppo facili) degli anni Novanta a quelle individuali, quasi ombelicali di oggi, dalla crisi occupazionale a quella dei valori, “I Rassegnàti” è la cronaca precisa di un’occasione sprecata, di una partita persa all’ultimo rigore. Come quello di Baggio nella finale di USA 94, sparato alto sopra la traversa.
Tommaso Labate è un giornalista italiano, ha trentanove anni e viene da Marina di Gioiosa Ionica, Reggio Calabria. Ha iniziato la sua carriera a “Il Riformista” nel 2004. Dal 2012 scrive per il “Corriere della Sera”, occupandosi in particolare di politica interna, e conduce “Corriere Live” per il sito della testata. Cura una rubrica sul settimanale “Io Donna”. Su La7, con David Parenzo, ha condotto le trasmissioni In onda e Fuori Onda. Nel 2018 ha pubblicato con Rizzoli I rassegnati. L’irresistibile inerzia dei quarantenni.
12 marzo ore 16.30 Teatro dell’Opera nell’ambito del ciclo La cultura della legalità Francesco Caringella presenta il libro: “10 lezioni sulla giustizia per cittadini curiosi e perplessi” (Mondadori).
La giustizia è un orologio di precisione, come ci insegnano, o una macchina capricciosa, regolata dagli umori e dall’arbitrio?
È possibile che giudici che fanno lo stesso lavoro, hanno seguito gli stessi studi, hanno superato lo stesso concorso, applicano le stesse leggi, approdino, sugli stessi fatti e a fronte di identiche prove, a decisioni non solo diverse o molto diverse, ma del tutto antitetiche: assoluzione o condanna; libertà immediata o carcere a vita; inizio di una nuova esistenza o definitiva negazione di un futuro? Insomma, la giustizia è un orologio di precisione, come ci insegnano, o una macchina capricciosa, regolata dagli umori e dall’arbitrio? Dagli interrogativi che ogni sera l’anziana madre gli poneva alla fine della telefonata quotidiana, gli stessi che assillano milioni di cittadini di fronte ai frequenti paradossi della cronaca giudiziaria, Francesco Caringella – che indossa la toga da oltre venticinque anni – trae lo spunto per spiegare, con linguaggio semplice e taglio divulgativo, cos’è la «giustizia», quella amministrata ogni giorno nelle aule d’udienza in nome del popolo italiano. Lo fa in dieci brevi «lezioni» sui punti salienti dell’attività del giudicare e del rito processuale, cioè i mezzi con cui la società cerca, innanzitutto, di «rendere giustizia» alla vittima di un reato, oltre che di punire il colpevole. Ecco allora che prendono corpo, e trovano puntuale risposta, questioni cruciali come il tipo di verità che è lecito attendersi dalla sentenza di un tribunale e quali sono i maggiori ostacoli che ne insidiano l’accertamento. Quesiti ardui come quelli sulle doti tecniche e caratteriali che deve possedere l’uomo chiamato a decidere della vita di altri uomini o su quando un dubbio è ragionevole al punto da imporre al giudice, malgrado l’intima convinzione della colpevolezza dell’imputato, un verdetto di assoluzione. E, infine, domande scottanti su quale giustizia sia quella che richiede tempi superiori alla capacità d’attesa degli interessati e, talvolta, della loro stessa esistenza; se sia accettabile che il reato si prescriva quando invece le lacrime dei parenti delle vittime sono destinate a scorrere per sempre, o se sia giusto che, nel vuoto legislativo, il giudice si arroghi il potere di decidere anche sulla vita e sulla morte dei suoi simili. Se, come afferma Caringella, ogni cittadino dovrebbe poter capire i meccanismi della giustizia e il significato delle decisioni prese da pochi nell’interesse di tutti, queste pagine costituiscono un concreto contributo perché ciò, finalmente, avvenga.
Già direttore scientifico di Dike Giuridica e autore di numerosissimi manuali forensi, Francesco Caringella è magistrato penale. Dopo essere stato Ufficiale di Marina Militare e Commissario di Polizia, è dal 1998 Consigliere di Stato. È inoltre giudice del Consiglio di garanzia per la giustizia sportiva e componente della Commissione di Garanzia dell’Autorità per le garanzie nella comunicazione. Vive a Roma, e nel 2012 esordisce nella narrativa con Il colore del vetro (Robin Edizioni). Del 2014 è Non sono un assassino, legal-thriller pubblicato da Newton Compton. Nello stesso anno, il suo racconto “Un gioco di specchi” è raccolto nell’antologia Delitti di Capodanno, per Newton Compton.
19 marzo ore 16.30 Teatro dell’Opera Gennaro Sangiuliano presenta il libro “Trump. Vita di un Presidente contro tutti” ( Mondadori). Interviene Carlo Sburlati.
La sua vittoria ha sorpreso un po’ tutti. Mass media, esperti di sondaggi, intellettuali, politologi. Ha sorpreso, ancora di più, Hillary Clinton, la candidata democratica, che durante le primarie si diceva certa di poterlo sconfiggere. Sarebbe stata la prima donna della storia a diventare presidente degli Stati Uniti, ma non è andata così. L’America, lo sappiamo, è la terra delle opportunità. Forse è anche la nazione dove può accadere l’impensabile. Dal gennaio 2017, contro ogni previsione, alla Casa Bianca c’è Donald Trump. Per alcuni, l’american dream si è trasformato in un incubo. La sua presidenza, tra annunci choc, azzardi diplomatici e tweet al vetriolo, riserva sempre nuovi colpi di scena. Ma chi è davvero Donald Trump? Lo sprovveduto gaffeur poco avvezzo alle regole della politica o l’eccentrico miliardario che, nell’epoca della post-verità, dice finalmente le cose come stanno? Per poter dare una risposta, come ci suggerisce Sangiuliano in questo libro, occorre partire da lontano, dai momenti più significativi della sua biografia, a cominciare dalle origini della famiglia: nipote di un immigrato tedesco (il cognome, in principio, era Drumpf), figlio di un costruttore newyorkese che nei primi decenni del Novecento fece fortuna edificando palazzi nei quartieri popolari della Grande Mela, il giovane e irrequieto Donald frequenta prima l’accademia militare e poi l’esclusiva Wharton School, laureandosi in economia. Grazie allo straordinario fiuto per gli affari, l’ambizione smisurata e un’indubbia spregiudicatezza nel coltivare le relazioni che contano, riuscirà a creare un immenso impero immobiliare, diventando uno degli uomini più ricchi del mondo. In mezzo, ci sono gli scandali, i fallimenti, le copertine di «Time», i divorzi milionari, il successo in tv, il matrimonio con la giovane Melania… Nel raccontare la vicenda personale, imprenditoriale e politica di Donald Trump senza sconti e pregiudizi, Sangiuliano raggiunge un duplice obiettivo: mostrarci non solo le contraddizioni dell’America di oggi – sospesa tra neoisolazionismo, rigurgiti razzisti e lotta globale al terrorismo – ma anche la grave crisi di sovranità in cui sembrano precipitate le nostre democrazie.
Gennaro Sangiuliano (Napoli, 6 giugno 1962) è un giornalista, saggista e accademico italiano, direttore del TG2 dal 31 ottobre 2018. È stato direttore del quotidiano Roma di Napoli dal 1996 al 2001, vicedirettore del quotidiano Libero e del TG1 dal 2009 al 2018.
26 marzo ore 16.30 Teatro dell’Opera il Cardinale Angelo Scola presenta il libro: ”Ho scommessa sulla Libertà (Solferino)
«Non posso dimenticare le ascese giovanili in Grigna passando dalla cresta Segantini… Credo che la via della Chiesa di oggi sia una via stretta: la chiamerei la via del crinale.»
È lucido e consapevole, ma pieno di speranza, lo sguardo con cui il cardinale Angelo Scola racconta la sua vita, la Chiesa e l’Italia, nella profonda e sorprendente conversazione con Luigi Geninazzi: dalla riscoperta della scelta cristiana nell’adolescenza alla militanza in Comunione e Liberazione in fecondo dialogo con il «genio educativo» di don Giussani, e dalle incomprensioni con qualche autorità ecclesiastica milanese all’amicizia con Giovanni Paolo II che lo nomina vescovo a soli quarantanove anni.
Non mancano ricordi personali e collettivi, dal travaglio della lunga malattia e dall’esperienza della psicoanalisi al passaggio tra il papato di Ratzinger, a cui fin dall’avventura di «Communio» lo lega una intensa amicizia intellettuale, e quello di Bergoglio, definito «un salutare colpo allo stomaco per le Chiese d’Europa».
Al centro di questo ricco affresco di aneddoti e riflessioni si staglia una domanda cruciale: a che punto è la Chiesa di oggi? Tra chi riduce il cristianesimo a semplice religione civile e chi propone un puro ritorno al Vangelo, il cardinale indica una «terza via» che è quella delle implicazioni dei misteri della fede. E dell’impegno fattivo dei credenti per contribuire, ripartendo dalla fede, alla «nascita di una nuova Europa, inevitabilmente meticcia ma non per questo senza più identità».
Cardinale Angelo Scola è nato a Malgrate nel 1941.
Cardinale, è stato vescovo di Grosseto, rettore della Pontificia Università Lateranense, preside dell’Istituto Giovanni Paolo II, patriarca di Venezia e arcivescovo di Milano.
Tra le sue pubblicazioni: Uomo-donna: il «caso serio» dell’amore (2002), Una nuova laicità (2007), Buone ragioni per la vita in comune (2010), Cosa nutre la vita? (2013), Postcristianesimo? (2017).
Apre la stagione primaverile il 2 aprile 2019 alle ore 16.30 Michele Navarra – Premio “Casinò Sanremo Antonio Semeria” con il libro: ”Solo la verità”. (Novecento Editore)
Gli eventi letterari vengono affiancati da interessanti e prestigiose mostre. Nel ciclo “Arte e Letteratura” si inserisce l’esposizione “Per sincerità ricevuta. Undici opere di Renato Guttuso” al Casinò di Sanremo curata dalla Dott.sa Federica Flore, storica dell’arte. L’evento è scaturito dalla collaborazione con la Fondazione Cento Fiori di Savona, il Circolo degli Artisti di Albissola, il comune di Albissola e la famiglia Ciaccio. E’ stato redatto anche il nuovissimo catalogo-volume, curato da Federica Flore, che accompagna la mostra, in cui verrà esposto il quadro “Il cane sul prato” di Guttuso proveniente dalla collezione privata del Casinò.