Internet e social media hanno moltiplicato a dismisura i luoghi virtuali per la libera espressione.
Se inizialmente questo era visto come un aspetto positivo e di fondamentale importanza, ora cominciano ad essere evidenti anche i rischi.
Le famose “bufale” sono ormai una consuetudine consolidata su social media e siti di pseudo informazione. Chiunque può aprire un blog e raggiungere migliaia di persone dando informazioni parziali, errate o volontariamente manomesse.
Secondo i dati di Alexa, uno strumento di Amazon tra i piĂą autorevoli del settore, lo scorso mese, tra i 50 siti piĂą visitati in Italia vi sono 12 pagine web di informazione, tra cui Reppubblica.it, Libero.It, Corriere.it e Ansa.it.
Tra questi però vi sono ben tre siti di pseudo-informazione, cosa impensabile fino a qualche anno fa.
Al 14esimo posto, quindi molto prima di altre testate giornalistiche autorevoli, troviamo Blastingnews, un sito creato dalla comunità web e dove chiunque può partecipare con i propri articoli anche senza nessuna qualifica da giornalista.
Rispettivamente al 26esimo e al 32esimo posto troviamo Dagospia e Caffeinamagazine. Due siti di news sensazionalistiche, di gossip e dove all’interno si trova falsa informazione.
Il giornalismo sta vivendo un momento complicato e molte sono le sfide che dovrĂ affrontare in futuro. Questi, e molti altri, sono gli argomenti di cui abbiamo discusso con il professor Ruben Razzante, e i giornalisti Giuseppe Cruciani, Marcello Sorgi e Lucia Scajola.