Simone Baggioli, consigliere comunale di Sanremo, è intervenuto sulla questione di questi ultimi giorni riguardante l’incompatibilità del candidato Sindaco Sergio Tommasini, esprimendo perplessità sul Casinò Municipale:
“In questi ultimi giorni si parla di incompatibilità di inopportunità di un candidato Sindaco, neofita in politica ma esperto manager, che, mettendo faccia, anima e corpo, vuole (finalmente) offrire una nuova opportunità a questa Città, a suoi cittadini ed ai suoi turisti.
Ovviamente la persona alla quale mi riferisco è Sergio Tommasini, il nostro candidato Sindaco, condiviso da un centro destra unito (Forza Italia, Lega e FdI) e da una serie di Associazioni, gruppi di persone moderate legate tutte da un unico obbiettivo capace di far ripartire Sanremo sotto l’aspetto economico, produttivo, turistico e occupazionale. Oggi, purtroppo, Sanremo rappresenta la Città più estesa e popolosa di una Provincia che, nel suo complesso, risulta al 103esimo posto su 107 come Qualità della Vita. Ergo, tutto da rifare.
E allora, il Gruppo del Benessere, anziché pensare al bene della Città attacca Tommasini su inesistenti incompatibilità senza però tenere conto di alcuni fattori molto interessanti.
Questa mattina, infatti, un disinteressato amico viene a trovarmi in ufficio. Ci scambiamo gli auguri, prendiamo un caffè e mi documenta su alcune questioni facilmente reperibili sul web che riguardano il famosissimo decreto legislativo n. 39 dell’8 aprile 2013 circa le disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi pubblici.
Di lì a poco ci imbattiamo nientepopodimeno che nella sezione “Amministrazione Trasparente” della società partecipata più importante della nostra Città, della nostra Provincia e della nostra Regione: il Casinò Municipale di Sanremo.
Emergono molte perplessità. Si parte dalle dichiarazioni del Presidente, non pubblicata, e dei Consiglieri membri del CDA datate 2016 per giungere all’atto di conferimento d’incarico del 2016, dalla mancanza delle dichiarazioni dei redditi del Direttore Generale degli anni 2015, 2016, 2017 a quelle mancanti del 2017 di tutti i membri del CDA, l’assenza ingiustificata del conferimento di incarico di proroga del mandato del DG del maggio 2017 e del maggio 2018.
Insomma, chiunque può comodamente verificare la totale mancanza di documenti che, per Legge, risultano fondamentali ai fini degli adempimenti in materia di Obblighi di Trasparenza.
E’ ovvio che tale circostanza possa, effettivamente e correttamente, far nascere dubbi su eventuali e presunte incompatibilità del Presidente del CDA.
Sono certo che l’ANAC potrà far luce su di una questione legata al buon funzionamento di un’azienda di primaria rilevanza sia sotto l’aspetto economico che occupazionale.”