Sversamenti di fognature, liquami e pozze oleose: continua a preoccupare la situazione dei torrenti imperiesi che da anni sono interessati da fenomeni di inquinamento, quali maldepurazione e rifiuti galleggianti.
Poche le opere di urbanizzazione realizzate negli anni al sistema fognario, con il problema persistente delle fosse biologiche private che scaricano direttamente nei rii di tutto il territorio. Le foci di fiumi e torrenti, gli scarichi e i piccoli canali sono i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che arrivano in mare.
Recandosi al mattino proprio alla foce dei torrenti imperiesi, quando il mare è più calmo, si possono notare macchie d’olio che galleggiando sui corsi d’acqua raggiungono il mare. Altra evidenza, il fatto che in alcuni punti il lato monte risulti asciutto mentre poco più a valle vi siano pozze con acque molto nere.
I casi più eclatanti di inquinamento nell’imperiese hanno spesso occupato le prime pagine dei giornali locali. Era l’ottobre dello scorso anno quando sversamenti di liquami provenienti da un frantoio nell’entroterra imperiese hanno causato una moria di pesci del torrente Prino. Numerose anche le ordinanze di divieto di balneazione che hanno interessato la città capoluogo negli anni. L’ultima a luglio di quest’anno, quando vari sversamenti dal sistema fognario hanno reso inagibili le zone di Borgo Prino e Lungomare Vespucci.
Come ogni anno, a inizio stagione balneare, sono stati effettuati in Liguria i controlli di Goletta Verde di Legambiente. Il monitoraggio è avvenuto tra l’8 e il 10 giugno e ha interessato 23 punti di mare, di cui sei nel Ponente ligure. Di questi ben cinque sono stati classificati come “Fortemente inquinati“.
A Imperia, una delle situazioni più problematiche riguarda la foce del rio Baitè presso il parco urbano, zona spesso interessata da odori nauseabondi provenienti presumibilmente dalle pozze nerastre di liquami che si trovano proprio alla foce del rio. Uno scenario degradante, a cui si aggiunge la copiosa presenza di rifiuti, per una zona che dovrebbe essere un luogo di relax in mezzo al verde e alla natura.
Un problema, quello dell’inquinamento dei torrenti, per nulla nuovo nella nostra provincia. Già nel 2003 la carta ittica provinciale, contenuta nel piano di coordinamento territoriale, evidenziava gli esiti dei rilevamenti chimico – fisici e biologici effettuati nel 1994. Per quanto riguarda il torrente Prino la carta riporta “la presenza costante di acque torbide caratterizzate da chiazze oleose spesso accompagnate da un intenso odore di olio o di sostanze in putrefazione”. E ancora “uno spesso feltro di periphyton (microflora comprendente alghe, cianobatteri, microbi eterotrofi, funghi e detriti) di colore marrone, accompagnato in alcuni casi da tracce di schiume”.
Per quanto riguarda invece il Torrente Impero si legge “è da rilevare la presenza costante di uno spesso feltro di perphyton ed inoltre la presenza di tracce di schiume nella stazione intermedia e di foce; in particolare è stata osservata una elevata torbidità accompagnata da un aspetto oleoso nelle acque della stazione intermedia”.
Una situazione degradante sempre all’ordine del giorno, per quella che dovrebbe essere, al contrario, una perla verde della città di Imperia.