Si è tenuto il 6 novembre, presso la sede della Regione Liguria, un partecipato incontro con le associazioni dei balneari per fare il punto sugli ingenti danni della mareggiata della settimana scorsa: dei 1.350 stabilimenti liguri, oltre 300 hanno subito danni gravi. Fra le richieste portate dagli operatori, la necessità di provvedimenti urgenti in sede nazionale e la proroga della Bolkestein, che portando a soli due anni l’orizzonte delle concessioni rende di fatto impossibile il rientro degli investimenti per la ricostruzione degli stabilimenti distrutti.
Un altro tema importante è quello dell’abbruciamento dei detriti portati dal mare. “Abbiamo ascoltato richieste legittime” ha commentato l’assessore al demanio Marco Scajola “Ci aspettiamo dal Governo risposte concrete sotto forma di fondi per il territorio. Da parte nostra ci dobbiamo impegnare per snellire al massimo le pratiche urbanistiche accelerando la possibilità di ricostruzione. Sul tema dei ripascimenti e della protezione degli arenili apriremo una discussione col ministero dell’Ambiente: serve una politica nazionale perché queste situazioni si possono ripetere non solo in Liguria ma in tutta Italia. Resta infine il tema della Bolkestein: proprio questa mattina la Corte Costituzionale ha discusso una delle nostre due leggi, impugnate dallo scorso Governo, fatte con buonsenso e appoggiate da tutte le forze politiche della regione. il Governo deve intervenire subito, anche alla luce di questi recenti gravi fatti meteorologici, per fare in modo che l’Italia esca dalla direttiva Bolkestein oppure che nell’immediato ci siano proroghe trentennali dando così garanzie agli imprenditori balneari che vogliono investire e ricostruire, ma che possono farlo solo se hanno certezze”.
“Attiveremo un numero verde con l’obiettivo di razionalizzare contatti e richieste, dato l’alto numero di imprese coinvolte” ha sottolineato l’assessore allo sviluppo economico Andrea Benveduti “Stiamo inoltre lavorando ad un tavolo congiunto con gli altri assessori per coordinarci al meglio. Dal punto di vista economico è allo studio una linea di finanziamento analoga a quella già fatta per le aziende danneggiate dal crollo del Ponte Morandi, con più attenzione agli investimenti che al circolante, visti i danni materiali veri e propri”.