È iniziata la vendemmia sulle colline a ridosso del Mar Ligure, dopo un’estate calda e una primavera caratterizzata da piogge abbondanti. Nella zona di Taggia, dove si produce il Moscatello, gli agricoltori lavorano per raccogliere l’uva al giusto grado di maturazione ed eventualmente la ripongono in frigo per abbassarne la temperatura, in modo da accelerare il trasferimento degli aromi dalla buccia al mosto. In questo modo si ottengono vini con profumi più intensi, fruttati e definiti.
“Quest’anno la vendemmia è difficile – spiega Giacomo Ferrari, dell’Associazione Produttori Moscatello di Taggia – nel senso che dobbiamo fare una vendemmia scalare, passando due o tre volte nel vigneto. Nonostante gli sforzi quest’anno si preannuncia un’annata molto buona. I climi e le temperature sono abbastanza inusuali, abbiamo lasciato le uve completamente coperte dalle foglie per far fronte a queste anomalie climatiche”.
Il Moscatello di Taggia è un aromatico della grande famiglia dei Moscati, riscoperto grazie a uno studio condotto a fine anni ’90. L’Associazione Produttori Moscatello di Taggia si è impegnata per dare nuova vita a un vino pregiato di cui si era persa memoria. “Vogliamo ripercorrere la strada dei nostri avi, quando il Moscatello di Taggia era venduto in tutta Europa e finiva sulle tavole dei re e dei nobili della vecchia Europa”.
In Liguria i vini vantano otto Doc e quattro Igp e secondo Coldiretti l’annata 2018, a giudicare dai grappoli per pianta attualmente presenti, porterà a una maggiore quantità di vino prodotto e la qualità si confermerà ottima.
Per quanto riguarda il resto del paese la vendemmia, iniziata a metà agosto, prevede per il 2018 una produzione complessivamente che aumenterà tra 10% e il 20% con circa 46/47 milioni di ettolitri prodotti, rispetto ai 40 milioni dello scorso anno.