Si è svolta questa mattina presso il sito della Mansio Romana Lucus Bormani di San Bartolomeo al Mare la conferenza stampa di presentazione dei risultati sino ad ora ottenuti con la nuova campagna di scavi, avviata a inizio mese.
Durante la conferenza, il sindaco Valerio Urso ha manifestato la volontĂ di trasformare il sito in un importante polo turistico: “Stiamo valutando figure professionali adeguate per creare una futura musealitĂ di questo sito, affinchĂ© possa legarsi nel breve tempo a una pista ciclopedonale”.
Le attivitĂ di scavo in corso fanno seguito alle campagne di lettura stratigrafica del contesto, realizzate nel 2016 e nel 2017, sulla base di un accordo tra Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la cittĂ metropolitana di Genova e le province di Imperia, La Spezia e Savona, l’UniversitĂ degli Studi di Genova, l’associazione di archeologi professionisti Etruria Nova Onlus e il Comune di San Bartolomeo al Mare. Partecipano alle attivitĂ di scavo archeologico tra le 10 e le 15 persone.
Gli elementi sino ad ora raccolti fanno pensare che il sito della Mansio Romana di San Bartolomeo al Mare, giĂ noto con il toponimo “Lucus Bormani”, sia stato frequentato sin dall’EtĂ del Bronzo recente e finale (secoli XII-X secolo a.C.), come attesta il rinvenimento di alcune olle di grandi dimensioni decorate con impressioni eseguite a mano, che documentano la presenza di un possibile insediamento con ambienti destinati alla conservazione di derrate alimentari. L’area venne poi occupata nuovamente durante l’EtĂ del Ferro (fine V – II secolo a.C.), probabilmente da un piccolo impianto artigianale legato alla lavorazione di metalli: interessante a questo proposito è il ritrovamento di un’anfora di produzione massaliota che testimonierebbe la presenza di traffici commerciali da e verso il Golfo di Marsiglia. Con la realizzazione della via Julia Augusta (anno 13 a.C.) avvenne l’inizio della occupazione romana di questa parte del Ponente ligure. La Mansio romana Lucus Bormani (periodo compreso tra il I secolo a.C. e il II secolo d.C.) si situa nei pressi dell’itinerario ed è ricordata nella Tabula Peutingeriana con il toponimo Luco Bormani (che rimanda al bosco sacro a Borman, divinitĂ ligure di origine centroeuropea) e segnalata anche nell’Itinerarium Antonini.
Le strutture della mansio vennero abbandonate durante la media etĂ imperiale, tra II e III secolo d.C., mentre l’area costiera alla quale il complesso faceva riferimento continuò ad essere frequentata fino al VI-VII secolo d.C.