Un cittadino tunisino 43enne è stato espulso dal territorio dello Stato con decreto del Prefetto di Imperia, su proposta del Questore, per motivi di sicurezza pubblica, perché ritenuto a rischio di radicalizzazione.
Lo straniero, con numerosi precedenti penali per furto, ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni, false attestazioni sulla propria identità, fatti accaduti non solo in questa provincia ma anche a Genova, Lecco, Milano, Ravenna e Varese, era già stato sottoposto ad altre intimazioni a lasciare il territorio dello Stato, alle quali si era sempre sottratto.
L’uomo ha dimorato in questa provincia dal 2003 al 2007, frequentando soggetti dediti prevalentemente allo spaccio di sostanze stupefacenti. Non in regola con le norme sull’immigrazione, è stato più volte tratto in arresto per non aver ottemperato agli ordini dei Questori di Imperia e Ravenna ad abbandonare il territorio dello Stato A partire dal 2015 lo straniero si è trasferito a Milano ove prima dell’arresto risultava domiciliato, evidenziandosi, anche nel capoluogo meneghino, per numerosi alias.
Recentemente, era stato trasferito dal carcere di Marassi, ove stava scontando una condanna di 7 mesi per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni aggravate e sottrazione consensuale di minorenni, all’istituto penitenziario di Sanremo.
Qui, ha mostrato i primi segnali di avvicinamento all’Islam più radicale, infatti, in suo possesso, sono stati trovati alcuni appunti tra cui un disegno raffigurante la bandiera dello Stato Islamico ed una scimitarra stilizzata grondante sangue, elementi che hanno determinato nei suoi confronti un’attenta attività di osservazione all’interno dell’Istituto di pena, sulla base di un protocollo ove il C.A.S.A. Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo, riveste il ruolo di fonte e sede del monitoraggio finalizzato all’osservazione di quei soggetti che, all’interno delle carceri, manifestino vicinanza ad associazioni terroristiche o comportamenti riconducibili all’ estremismo religioso tali da ritenerli a rischio radicalizzazione.
I successivi riscontri info-investigativi e lo scambio di informazioni tra Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, nonché la collaborazione tra Digos ed Istituto di pena a livello periferico, hanno consentito di stabilire la pericolosità del soggetto per la sicurezza pubblica. Pertanto, al termine del periodo di detenzione, terminato il 19 giugno scorso, lo straniero è stato dapprima condotto al Centro di Permanenza e Rimpatrio di Torino al fine di porre in essere la procedura prevista per il suo accompagnamento in Tunisia e poi rimpatriato il 26 giugno alle ore 16.45 dal Porto di Genova con destinazione Tunisi. L’accompagnamento alla frontiera, avvenuto da parte di personale della Polizia di Stato specializzato in scorte internazionali, ha consentito di assicurare il rimpatrio dello straniero che, sin dall’imbarco, è stato affidato alle Autorità tunisine.