Alla fine, a Imperia, sarà ballottaggio tra Claudio Scajola e Luca Lanteri, come da più parti previsto. Ma è il rapporto di forza tra i due candidati a essere fuori dalle previsioni. L’ex ministro si è imposto al primo turno con quasi 7 punti di vantaggio sul candidato del centrodestra. Il dato finale dice infatti 35,2% a 28,6%. Un dato che – sommato a quanto accaduto ad Alassio a Bordighera – sicuramente ha reso molto amara la notte del gruppo del modello Toti.
Terzo, anche qui come da pronostico, Guido Abbo, che raggiunge la soglia del 23% indicata da molti come il tetto massimo per una coalizione che arrivava dagli anni tormentati dell’amministrazione Capacci. Ad Abbo non è riuscita l’impresa di infilarsi tra i due contendenti del centrodestra perché – come ha spiegato lui stesso – l’asticella dei due competitor si è alzata oltre ogni sua aspettativa.
Veniamo alle liste. Ai primi due posti si piazzano Imperia Insieme e Obiettivo Imperia, entrambe a sostegno di Claudio Scajola, con il 15,3% e l’11,2%. Terza Forza Imperia, che raggiunge il 9,92%, perdendo 5 punti rispetto alle Politiche del 4 marzo scorso e dimezzando i voti rispetto a cinque anni fa (all’epoca si chiamava Popolo della Libertà).
Male il Pd, che si ferma al 9,74%, facendo registrare il peggior risultato di sempre alle elezioni comunali dal 1995 ad oggi e perdendo 7 punti percentuali sia rispetto alle scorse Comunali che alle ultime Politiche. Il partito guidato in città da Antonio De Bonis ha pagato sicuramente lo svuotamento di elettorato da parte della lista di Abbo ‘Imperia al Centro’, che ha raccolto il 7,6% e che ha visto tra i più votati due chiari esponenti del mondo dem: Edoardo Verda e Giorgio Montanari.
Capitolo Lega. Il partito, nonostante l’entusiasmo per il nuovo governo e la visita molto partecipata di Matteo Salvini in Via Cascione, non sfonda e, anzi, va molto peggio rispetto alle aspettative. Il Carroccio si ferma al 7,8%, circa 12 punti percentuali in meno rispetto alle Politiche del 4 marzo. Ma è il dato delle preferenze quello che più fa risuonare il campanello d’allarme per la Lega: su 32 candidati solo in sette superano le 50 preferenze e solamente in due le 100.
Malissimo Fratelli d’Italia, che racimola l’1,46% e si vede superato dalla lista dei fuoriusciti, capitanati da Alessandro Casano, che raccoglie il 2%. Débâcle della sinistra, che tra Sinistra in Comune e Potere al Popolo raccoglie poco più del 4%, dato lontanissimo dall’11% raccolto cinque anni fa da Gianfranco Grosso. Tonfo anche del Movimento 5 Stelle, che passa dall’essere il primo partito in città alle Politiche con circa il 29% a uno striminzito 5,9%.
Due note conclusive in attesa del ballottaggio del 24 giugno. La prima è che in una campagna elettorale in cui si è parlato tanto di pedonalizzazioni il recordman di preferenze (ben 452) è Antonio Gagliano, candidato di Imperia Insieme, resosi protagonista negli ultimi anni di una durissima crociata contro la pedonalizzazione di Via Cascione. La seconda è che il primo vero partito è ancora una volta quello dell’astensione, che raggiunge il 37,21%. Segno che aver avuto oltre 500 candidati ha tutt’altro che riavvicinato i cittadini alle istituzioni.