[beevideoplayersingle adstype=”video-ads” videourl=”https://vimeo.com/263187569″ videoadsurl=”https://vimeo.com/236432438″ adsurl=”http://www.rivierarecuperi.com/”]L’ospite di oggi dell’Intervista di Riviera Time è Tiziano Tomatis, segretario FP CGIL Imperia, che affronta i temi legati alla sanità e alle condizioni di lavoro di quel mondo nel Ponente ligure. “Il lavoratore vede le difficoltà della sanità innanzitutto da cittadino utente. Poi ha le preoccupazioni relative ai cambiamenti in atto”, sottolinea. “C’è questa ipotesi, ormai non più remota, di privatizzazione dell’ospedale di Bordighera e non sappiamo dove si andrà a parare”.
Tomatis spiega quali sono i dubbi del sindacato intorno all’affidamento della gestione del Saint Charles ai privati. “Non sappiamo ancora oggi come vogliano organizzare l’assistenza di base”, dichiara. “Oggi è in essere un punto di primo intervento, che ha già un costo elevatissimo, circa 2 milioni di euro all’anno. La privatizzazione prevede un pronto soccorso con un contributo dell’Asl di 900 mila euro all’anno. Tutto il resto sarà a carico del privato, che dovrà rientrare dalle spese. Mi chiedo dove troverà queste risorse”.
Dal pubblico al privato. Il segretario FP CGIL affronta il tema dell’organizzazione del lavoro nelle case di riposo sparse sul territorio provinciale. “La provincia di Imperia è molto anziana. Le case di riposo sono numerose, ma non sono abbastanza, visto che anche ì le liste d’attesa sono lunghe”, spiega. “Il lavoro all’interno di queste case di riposo è prevalentemente affidato a cooperative sociali, che vincono appalti al maggior ribasso. Questo porta a ridurre i costi, a ridurre i lavoratori e ad aumentare le ore di lavoro. Di conseguenza – sottolinea Tomatis – l’assistenza continua ad essere su livelli egregi, ma soltanto grazie al fatto che i lavoratori si spaccano la schiena”.
Come si inverte il trend? “Si deve ripartire da una riorganizzazione totale”, dichiara il sindacalista. “Si dovrebbe ripartire dai medici di medicina generale, per poi riformare l’intero sistema. Bisognerebbe in primis potenziare il territorio e l’area dell’emergenza”.