Riceviamo e di seguito pubblichiamo le dichiarazioni del sindaco Alberto Biancheri relative agli sviluppi della situazione di Rivieracqua e a quanto avvenuto nella giornata di ieri in consiglio provinciale.
“La situazione economica-finanziaria di Rivieracqua è molto complessa, come chiarito anche dal Cda nel corso della recente assemblea. C’è una riunione importante fissata per l’11 aprile, dove il Cda di Rivieracqua potrà tratteggiare uno scenario più preciso per tutti i Comuni, e sarà quella la sede politica in cui i Comuni dovranno confrontarsi per dare un indirizzo alla società.
Al momento, non avendo chiaro tutto il quadro, è inopportuno fare valutazioni e programmi. Ciò che è certo a mio parere è che deve essere assolutamente scongiurata un’ipotesi di fallimento – e mi auguro che tutti i soggetti politici vogliano andare in quella direzione – perchè gravi sarebbero le ripercussioni, tra cui le pesanti ricadute occupazionali ed economiche per le imprese creditrici della società.
Non può però passare il messaggio di chi sostiene che le responsabilità della situazione odierna siano imputabili al mancato conferimento da parte di tutti i soci.
Il mancato conferimento di Amaie spa in Rivieracqua nel termine del 31.12.2017 è da ricercare nella necessità di avere garanzie a tutela del Comune di Sanremo e di Amaie stessa, come risulta dalla delibera del nostro Consiglio comunale. E non potranno essere prese in considerazione iniziative prive delle menzionate garanzie e contrarie all’espressione del Consiglio comunale sanremese. Quella stessa delibera è stata impugnata dalla Provincia davanti al TAR ed è questo l’unico motivo per cui ieri mattina non ho ritenuto opportuno partecipare alla votazione della delibera proposta in Consiglio provinciale, in cui questo atto e il ricorso al TAR viene più volte richiamato, ricorso nei confronti del quale il Comune di Sanremo intende costituirsi.
Il Comune di Sanremo, sostenitore dell’acqua pubblica fin dalla nascita di Rivieracqua, ha sempre regolarmente pagato quanto dovuto alla società consortile in maniera tempestiva. Nonostante questo le risorse erogate sono state dirottate altrove. Uno degli ultimi acconti del 2016 è stato vitale per la società Rivieracqua per finire di pagare le imprese che hanno realizzato le condotte del Dianese, senza tali somme la società sarebbe incorsa nella perdita del contributo regionale. Allo stesso tempo quelle somme non sono state destinate a interventi di manutenzione sugli impianti sanremesi. Situazione che si riverbera oggi sullo stato manutentivo dei nostri impianti costringendoci ad importanti interventi in somma urgenza.
L’apparato tecnico amministrativo della società Amaie ha supportato la società Rivieracqua negli ultimi tempi in maniera decisiva consentendone la prosecuzione del funzionamento.
Nella pesante situazione finanziaria di Rivieracqua, che si è delineata nel tempo, i Comuni hanno assunto posizioni di autotutela. Un approccio resosi evidente prima con il Comune di Imperia, che non ha ancora versato la propria quota di partecipazione nonostante lo abbia deliberato da tempo e che nel mese di novembre ha visto la sua partecipata Amat presentare istanza di fallimento a tutela dei propri interessi e di quelli del Comune, poi con il Comune di Diano Marina, che nel mese di novembre ha presentato decreto ingiuntivo nei confronti di Rivieracqua per somme dovute al proprio Comune, nonostante a suo tempo la società sia stato un utile strumento per il Comune di Diano Marina per la costruzione della condotta fognaria, che diversamente non sarebbe stata realizzabile. Tutti comportamenti legittimi.
Non si comprende però perchè dal Comune di Sanremo si pretenda un atteggiamento diverso. Anche Sanremo ha il dovere di tutelare il proprio patrimonio ed una società partecipata come Amaie che, anche attraverso la sua partecipata Amaie Energia, occupa comunque n. 321 dipendenti, e che con la propria operatività occupa numerosi dipendenti delle aziende dell’indotto.
Ricordo infine – e questo è l’aspetto più importante – le valutazioni del Cda di Rivieracqua solo pochi giorni fa: l’ingresso oggi di Amaie in Rivieracqua non solo non risolverebbe il problema della società consortile nell’immediato, ma rischierebbe addirittura di creare grossi problemi per la nostra società partecipata, con tutto ciò che ne conseguirebbe. Il Dott. Mangiante ha infatti chiarito che conferire Amaie in questa situazione esporrebbe a responsabilità non solo il cda di Amaie e il socio Comune di Sanremo ma lo stesso cda di Rivieracqua che non sarebbe in grado di garantire il patrimonio della società conferita.
A seguito del conferimento del ramo idrico di Amaie e Secom in Rivieracqua, la società Amaie diventerà proprietaria al 98% di Rivieracqua (89% dal momento del subentro di Secom), una società che avrà registrato pesanti perdite e che, ricordiamolo, nel rispetto del cronoprogramma delineato dalla Provincia, dovrà accollarsi un pesante debito per pagare le reti di Amat e Aiga nell’ordine di circa 25 milioni di euro, reti che versano in uno stato manutentivo precario. Questi costi andranno tutti in tariffa, a regime dal 2020, a carico dei cittadini della Provincia di Imperia. E’ evidente come in questo processo qualcosa non funziona.
Ritengo che in questa delicata fase serva una grande assunzione di responsabilità da parte della politica. Serve massimo impegno da parte di tutti, confronto tra i Comuni, per trovare una soluzione condivisa del problema in vista dell’11 aprile e scongiurare situazioni fallimentari della società consortile che avrebbero drammatiche ripercussioni.
In questo contesto il Comune di Sanremo è intenzionato a svolgere il proprio ruolo e a sacrificarsi come peraltro già fatto su molti fronti in questi ultimi anni, ma con le necessarie tutele per la propria società, le ditte fornitrici di Amaie operanti sul territorio e i propri cittadini”.