Le elezioni, l’appuntamento più importante della democrazia, si avvicinano, e numerosi neodiciottenni sono chiamati alle urne per esercitare il proprio inderogabile diritto. Le più recenti analisi indicano però un astensionismo previsto alto soprattutto fra i giovanissimi.
Un sentimento dilaga sempre di più: quello dell’apolitica.
Di partiti ed idee si parla sempre meno, poco fra le aule, e quasi per nulla nelle case. Riuniti a tavola, l’argomento viene eluso, come se non esistesse, come un tabù e come se la politica non determinasse la nostra vita. Questo apatico rifiuto non va confuso con una diffusa sfiducia, poiché questa presuppone che un tempo vi sia stata della fiducia: è sterile disinteresse.
Risulta lampante il confronto con i giovani di 50 anni fa, intenti sfilare per le piazze e lottare strenuamente, fin troppo, per le loro convinzioni. Un tempo, il rischio era un eccessivo indottrinamento, che avrebbe potuto sconfinare nell’estremismo, ora si paventa una situazione diametralmente opposta. Le coscienze appaiono intorpidite, distratte dalla miriade di stimoli quotidiani, lontane da campagne elettorali inefficaci. Questo assoluto disinteresse permea l’ambiente, e cresce con l’allontanarsi dai grandi centri urbani. Non fa alcuna distinzione fra cultura ed estrazione sociale: non mancano i casi di studenti modello che ignorano il nome del presidente del consiglio. Efficace per inquadrare la situazione è il dato sull’utilizzo del bonus cultura stanziato dalla precedente legislatura: solo poco più della metà degli aventi diritto l’ ha utilizzato, i rimanenti non erano neppure al corrente della sua esistenza.
Il sonno della politica può costituire, nel lungo termine, addirittura un rischio per la democrazia ed allo stesso tempo manifesta un segnale impetuoso alle forze schierate il 4 Marzo. È una implicita richiesta di avvicinamento: la colpa non si può imputare del tutto alle nuove generazioni ed alla sovrabbondanza di distrazione, le istituzioni devono fare la loro parte. L’inserimento dell’educazione civica, dei valori costituzionali e dell’importanza del voto non deve in alcun modo essere tralasciato, poiché solo un cittadino ben consapevole può gettarsi nello spietato universo elettorale capendo l’importanza del proprio compito.
Filippo Buffa – Ufficio Stampa G.D. Cassini