La candidatura dell’ex ministro Claudio Scajola a sindaco di Imperia, non solo divide la cittĂ tra favorevoli e contrari, ma spacca anche il centrodestra: da una parte le segreterie dei partiti che formano il cosiddetto “modello Toti” (Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia), di cui l’esponente locale piĂą di spicco è il nipote Marco Scajola, dall’altra le forze civiche, ma anche spezzoni dei partiti del centrodestra non certo compatti.
Tra i cittadini c’è chi loda l’esperienza dell’ex ministro che per due volte ha giĂ fatto il sindaco di Imperia, considerandola un’ancora di salvezza ai problemi della cittĂ e chi, invece, mette l’accento sulle sue disavventure giudiziarie (dalle quali è finora sempre uscito pulito) e su qualche “scivolone”, vedi il porto turistico nato sotto il suo patrocinio.
Il governatore della Liguria Giovanni Toti ha messo il veto sulla candidatura di Claudio Scajola rimandando il problema a dopo le elezioni politiche del 4 marzo. Ma c’è chi è pronto a giurare che il 5 marzo il refrain sarĂ : “Ne parliamo dopo la formazione del governo”.
Intanto l’ex ministro, che sabato scorso ha annunciato la sua discesa in campo durante un pranzo organizzato dai suoi fedelissimi nell’entroterra, continua a tessere la sua tela, senza rinunciare a chiacchierati “abboccamenti”, puntualmente smentiti, con qualche emissario del Pd.
A Versus si confrontano Giuseppe Fossati, capogruppo di “Imperia Riparte”, che ha aderito al cartello di Claudio Scajola, e Alessandro Casano, esponente di Fratelli d’Italia che rimane almeno formalmente sulla linea anti-Scajola.