La Cappella di Santa Brigida si trova a circa 8 chilometri da Dolcedo, ai piedi del Monte Faudo. È un esempio di architettura rustica del tardo Medioevo, con abside romanica con due monofore a feritoia e una serie di archetti che si ripete sui due lati. Proprio nell’abside sono stati portati alla luce alcuni affreschi che rappresentano Santa Brigida, il Cristo Pantocratore con angeli, gli Evangelisti e gli altri Apostoli e che sembrano riferirsi a un anonimo piemontese attivo nella prima metà del XV secolo.
L’edificio è infatti datato al 1425, in base all’iscrizione in caratteri gotici sullo stipite sinistro del portale di facciata. Sul portale sono riportati anche i nomi di coloro che hanno fatto costruire la cappella, i “dominici” Sasius e Ascherius. Ai lati del portale si trovano due figure apotropaiche, che controllano l’accesso alla cappella. Un’altra figura apotropaica è scolpita sul lato opposto dell’edificio, nel peduccio dell’archetto pensile al centro dell’abside esterna.
Un architrave col simbolo dell’Agnus Dei è invece scolpito sul portale occidentale. Anche qui, come davanti al secentesco oratorio di San Carlo, a Costa, si trova portico per il riparo dei pellegrini. La cappella è intitolata a Santa Brigida, poichè, secondo la tradizione, la Santa era passata da qui, recandosi a Roma nel 1340, e sembra abbia scacciato il Demonio proprio in questa zona.
Infatti, secondo la fantasia popolare, sul passo dove sorge la cappella vi balla il diavolo, e la notte del 31 agosto chiunque si avventurasse sulla collina potrebbe incontrarlo. Sembra addirittura che vi sia una pietra nel fondovalle in cui il Diavolo ha impresso la sagoma del suo ginocchio, cadendo durante la sua fuga dopo il segno della croce di Santa Brigida.