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Nelle acque antistanti Ventimiglia sono in corso i lavori di sistemazione del litorale a levante della foce del Roja, un intervento che prevede anche un rigoroso monitoraggio ambientale. A spiegare l’importanza di queste operazioni è stato l’ingegnere Sergio Cantini, amministratore unico della MUDS Srl – società che collabora con l’Università di Genova – ospite dell’associazione dei Pescatori Sportivi Dilettanti sulla spiaggia di levante del lungomare Cavallotti.

“Il nostro compito”, spiega Cantini, “è quello di monitorare l’impatto che questi lavori possono avere sui fondali marini. Questa riqualificazione è stata accelerata e resa necessaria dagli eventi conseguenti alla tempesta Alex del 2020. Nel caso specifico dobbiamo controllare la torbidità che queste opere, che consistono essenzialmente in un ripascimento, cioè nello spostamento di grossi volumi di materiale dalla foce del Roja verso le spiagge di levante, possono provocare. La torbidità può avere dei grossi impatti sul fondale marino e in particolare sulle zone Sic e sul posidonieto che si trova vicino al porto”.

Per legge, ogni intervento in prossimità delle coste e degli ambienti marini protetti deve essere accompagnato da un costante monitoraggio ambientale. Il sistema predisposto sarà attivo 24 ore su 24 per tutta la durata dei lavori, che potrebbero prolungarsi fino a ottobre a causa di possibili condizioni climatiche avverse. Se i livelli di torbidità o di salinità dovessero superare le soglie di sicurezza, un sistema di allarme automatico allerterebbe immediatamente la Guardia Costiera, la Regione Liguria e la Capitaneria di Porto, disponendo la sospensione o l’interruzione dei lavori se necessario.

Questo sistema di monitoraggio ambientale non è utile solo nei cantieri, ma può essere impiegato anche per il controllo degli stabilimenti balneari e delle aree protette, contribuendo a garantire la sicurezza delle spiagge durante la stagione estiva.

“Misurare la torbidità dell’acqua è importantissimo per proteggere tutto quel sistema ambientale che è sommerso”, sottolinea Susanna Manuele, consulente della MUDS. “La torbidità andrebbe a inficiare la possibilità della Posidonia di effettuare fotosintesi e quindi di sopravvivere, per cui, visto che la Posidonia oceanica è una pianta protetta, è estremamente importante”.

Nel video servizio a inizio articolo le interviste complete a Cantini e Manuele. Si ringrazia Fabio Rossetto per le immagini video dei lavori.