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Proseguono le lezioni ‘du nosciu dialettu’ con Giannetto Novaro, castellotto doc e memoria vivente di un tempo che pare lontanissimo, ma che rivive nelle parole, nei suoni e nei proverbi della tradizione contadina

Oggi, ai nostri microfoni, il protagonista è ‘u cüccu’ il cuculo – uccello migratore, discreto eppure familiare a chiunque sia cresciuto a contatto con la terra.

La spiegazione di Giannetto Novaro – ‘U cüccu’

“Il cuculo è una voce onomatopeica che deriva dal suo verso caratteristico. Se vai in campagna dal mese di aprile fino a luglio, sentirai continuamente questo canto – ‘cucù, cucù’ – ma è difficilissimo capire da dove proviene. Il cuculo è un animale discreto, quasi sempre nascosto nei cespugli”, esordisce Giannetto.

Secondo la tradizione contadina, l’arrivo del cuculo – puntuale, nei primi giorni di aprile – coincide con l’inizio della primavera. “Arriva dall’Africa e non sbaglia mai: è così regolare che il suo canto diventa quasi un orologio naturale per il contadino. Lo senti anche da lontano, ti accompagna nei campi. È come una presenza silenziosa ma costante”, dice.

Ma il cuculo non è solo un messaggero della stagione nuova. La sua biologia lo rende unico spiega Giannetto: “Non si fa il nido. La femmina del cuculo depone fino a 25 uova all’anno e ne depone una per ogni nido ospitante. Il pulcino del cuculo, quando nasce, è più grande degli altri, si allarga e comincia a buttarli fuori. Una forma di conservazione, di sopravvivenza”.

Proverbi, storie, ritmi lenti e osservazioni tramandate oralmente: le parole di Giannetto Novaro sono testimonianza viva di una popolazione rurale che ha saputo ascoltare la natura come si ascolta un vecchio amico. “Un tempo il sapere nasceva dai campi, dai versi degli uccelli, dai segni del cielo”, commenta. “Oggi questi saperi rischiano di andare persi se non li conserviamo, se non li raccontiamo ancora”.

Questa e molte altre testimonianze si trovano nel libro Diano Castello – Arte, storia, cultura e tradizioni di un borgo ligure, a cura di Daniela Gandolfi e Alfonso Sista, dove Novaro ha lasciato il segno della sua vasta conoscenza. Giannetto Novaro, con alle spalle una lunga esperienza come presidente della Communitas Diani, è custode insostituibile della memoria e delle tradizioni del Castrum Diani.

La spiegazione di Novaro nel video-servizio a inizio articolo.