Si è tenuto stamattina, al Teatro del Casinò, il convegno dal titolo “Videosorveglianza urbana integrata tra IA e privacy” organizzato dal comando Polizia Locale di Sanremo, guidato da Fulvio Asconio.
Un incontro di particolare interesse per le amministrazioni comunali che hanno realizzato impianti di videosorveglianza cittadina, o hanno intenzione di farlo, ma anche per la Polizia Locale che è chiamata a curarne la gestione e per le forze di Polizia che li utilizzano nell’attività istituzionale.
Sistema di videosorveglianza che a Sanremo, stando ai numeri esposti dallo stesso comandante Asconio, comprende circa 400 telecamere urbane presenti, più altre telecamere presenti in altre strutture come il Palafiori, 14 telecamere per letture targhe e altre 25 telecamere previste in progetti che saranno elaborati e finanziati.
Il convegno è rivolto anche ai professionisti e alle aziende coinvolte nelle fasi di analisi preliminare, progettazione e installazione degli impianti.
La materia viene approfondita anche alla luce di alcuni recenti provvedimenti del Garante per la Privacy e dei nuovi finanziamenti previsti dal Decreto del Ministero dell’Interno 27 dicembre 2024 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 28 marzo 2025.
Ad aprire i lavori i saluti del sindaco Alessandro Mager.
“Si tratta di contemperare la tecnologia moderna, innovazioni che facilitano il controllo delle persone, con le esigenze di tutela della privacy delle persone stesse”, commenta. “Da questo punto di vista l’intelligenza artificiale rappresenta da un lato un progresso straordinario, ma è un fenomeno, d’altro canto, che deve essere necessariamente controllato”.
L’incontro vede come principale relatore Stefano Manzelli, consulente giuridico e di privacy, divulgatore e Data Protection Officer (DPO, termine anglofono per indicare la figura del ‘Responsabile della Protezione di Dati’), specializzato in videosorveglianza pubblica e privata.
“Oggi la protezione dei dati personali sta per compiere 7 anni e non è ancora stata capita. Si tratta del 20% del problema. Oggi noi vorremmo affrontare la questione della sicurezza dei dati personali”, commenta Manzelli durante il convegno. “Siamo sia come pubblica amministrazione che come nazione in un ritardo terribile”.
Una delle problematiche principali affrontate nel convegno riguarda infatti la differenza di velocità che l’apparato statale e burocratico ha nello stare al passo coi tempi ed essere aderente ad una realtà dove le cose cambiano molto velocemente, oltre che la necessità indissolubile di mettere in ogni processo di questo tipo, la fiducia del cittadino nei confronti delle istituzioni. Problema non certo di secondo piano.
“Le pubbliche amministrazioni”, dice Manzelli ai nostri microfoni prima dell’inizio del convegno, “si poggiano su modalità e meccanismi burocratici che non vanno d’accordo con la velocità di questa tecnologia. L’intelligenza artificiale è diventata un acceleratore incredibile di opportunità e di problemi potenziali. Mettiamo luce in quella che dorrebbe essere l’attualità. Tutto si sta condensando e a breve credo vedremo un impatto significativo nel modo di lavorare che non si è ancora percepito. L’arrivo di queste tecnologie ha già cambiato il modo di lavorare, ma non ce ne siamo ancora resi conto”.
“Il regolatore europeo sta faticando a portare termine misure di rimedio e precauzione per fare in modo che la polizia non usi sistemi predittivi per fare e farsi del male. Il bias può essere insito in ogni sistema di IA. Se un nostro modello o algoritmo inserito in una tecnologia in uso alla polizia si sbaglia e individua un fattore di rischio potenziale criminale dove in realtà non esiste, la quesitone diventa significativa. Occorre garantire alle persone i diritti individuali e le libertà fondamentali, ma soprattutto mantenere un rapporto di fiducia. Se le persone cominciano ad avere paura della tecnologia installata nelle piazze è un problema significativo da evitare. Serve trasparenza, formazione consapevolezza”.
Un altro dei temi toccati riguarda infatti la chiara e corretta attribuzione di responsabilità nello svolgimento di questo tipo di processi.
“Servirebbe che pubblica amministrazione e forze di polizia si svecchino per lasciare spazio ai più giovani. Questo modello organizzativo impone un ‘polpastrello digitale’. Quindi largo ai giovani”, conclude.
Nel video a inizio articolo le parole di Alessandro Mager e Stefano Manzelli.