In occasione della Giornata nazionale del mare, l’Arpal – Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ligure – rilancia l’attenzione sulla tutela di una specie simbolo dell’unicità del Mediterraneo: Pinna nobilis, la nacchera di mare, oggi a rischio estinzione.
Capofila del progetto europeo Life Pinna, Arpal guida un partenariato che coinvolge enti pubblici e privati di cinque regioni, italiane e slovene, l’Università di Genova, l’Università di Sassari, il Parco nazionale dell’Asinara, la società Shoreline, l’Istituto nazionale di biologia della Slovenia e Triton Research, in una sfida cruciale per la biodiversità marina: salvare il più grande mollusco bivalve del Mediterraneo.
Pinna nobilis era fino a pochi anni fa una presenza diffusa e vitale nei nostri mari, ma dal 2016 un’epidemia ha decimato le popolazioni, portandola nella lista rossa IUCN (Unione mondiale per la conservazione della natura) tra le specie in “pericolo critico”. Per contrastare il rischio estinzione, Arpal ha messo in campo un’azione coordinata che unisce ricerca, trasferimento tecnologico e interventi concreti sul territorio.
Il progetto “Life Pinna”: cooperazione, innovazione e scienza per la biodiversità
Cofinanziato dall’Unione europea, Life Pinna ha avviato attività di monitoraggio degli esemplari sopravvissuti, traslocazione controllata in aree protette e riproduzione in cattività, puntando a creare una nuova generazione di Pinna nobilis da reintrodurre in natura.
I ricercatori hanno già trasferito individui sani dalla laguna di Venezia all’area marina protetta di Capo Mortola, a Ventimiglia, mentre nuovi trapianti sono previsti a breve a Bergeggi, sempre in Liguria. Nelle prossime settimane, i protocolli di trasporto e trapianto messi a punto dai ricercatori saranno replicati in un’altra area marina protetta ligure. Se le analisi genetiche escluderanno la presenza di pericolose patologie infettive, infatti, alcuni esemplari attualmente allevati nelle vasche del laboratorio di Camogli (GE) saranno trapiantati a Bergeggi (SV), dove saranno controllati periodicamente per verificare il loro stato di salute.
Una delle sfide più ambiziose è la riproduzione in cattività, oggi in corso grazie a un protocollo condiviso tra tre istituti: l’Università di Genova, Shoreline a Trieste e l’Acquario di Pola in Croazia. I laboratori stanno lavorando in parallelo per stimolare una maturazione gonadica anticipata, fondamentale per aumentare il successo riproduttivo e favorire il ripopolamento.
Un ecosistema in miniatura da proteggere
Endemica del Mediterraneo, Pinna nobilis può superare il metro di lunghezza e ospita un intero microecosistema tra le sue valve. Oltre a filtrare l’acqua e migliorare la qualità dell’ambiente marino, offre rifugio a numerose specie, tra cui il gamberetto simbionte Pontonia pinnophylax.
“La conservazione di Pinna nobilis è una sfida scientifica e ambientale che richiede una visione ampia, il lavoro di squadra e una forte regia – sottolinea Arpal. – Coordinare le attività di progetto significa valorizzare le competenze di tutti i partner e mettere a sistema esperienze e conoscenze per un obiettivo comune: salvare una specie prioritaria per il Mediterraneo”.