Nel mese di marzo sono stati festeggiati i primi 10 anni di vita di MIA Arcigay Imperia, associazione territoriale nata per supportare ed assistere in maniera concreta i diritti delle persone della provincia appartenenti alla comunità LGBTQIA+.
Un percorso iniziato a inizio decennio partendo dai carrugi di Sanremo passando per Ventimiglia dove, racconta il presidente dell’associazione Marco Antei, all’allora sindaco Enrico Ioculano venne inviata una mail in cui si chiedeva se fosse stato disposto a trascrivere nel registro del Comune le coppie omosessuali sposate all’estero, quando ancora non c’erano le unioni civili.
Con il presidente dell’associazione, collegato a remoto dalla Svizzera, dove attualmente risiede e dove dal 2022 ricopre la carica di docente presso l’ Università di Scienze applicate e Arti di Lucerna, abbiamo fatto una lunga chiacchierata, ripercorrendo la storia dell’associazione ed alcuni aneddoti fondativi, partendo dalla mail inviata all’allora primo cittadino di Ventimiglia.
“Il sindaco fu favorevole non solo alle registrazioni – ricorda Antei – ma espresse il suo pieno sostegno anche ai matrimoni fra persone dello stesso sesso. Pubblicai la mail ricevuta dal sindaco sui social. Due giorni dopo era sulla stampa ed ebbe un grande risalto a lì la spinta a partire. In 4 5 ci siamo incontrati e abbiamo posto le basi per un associazione che è cresciuta negli anni, fra alti e bassi ma che ha risposto ad un esigenza, di dare a chi e aveva bisogno qui, una voce univoca al quale rivolgersi. Il primo articolo su di oi uscì l’ marzo di 10 anni fa, dopo che ci eravamo incontrati alla Cave, nella Pigna di Sanremo, assieme alle allora poche amicizie che avevamo presso la stampa ed una promozione a pagamento sui social per un associazione che non esisteva ancora.”
Il MIA Arcigay si affacciò quindi sul panorama provinciale che, malgrado con una storia alle spalle importante in fatto di lotta per i diritti lgbt in Italia, non aveva un ente unitario di riferimento.
“Prima erano presenti degli attivisti in provincia, ma manca una voce unica. Quando venivano fatte delle richieste di aiuto venivano smistate presso uffici con competenze diverse ma ma qualcosa di specifico. Ciò comportava problemi perchè una delle prime problematiche che incontrano queste persone è prima di tutto a chi rivolgersi per non incorrere in atteggiamenti discriminatori. Noi in questo caso ci poniamo come tramite ed indirizziamo, ad esempio all’avvocato di riferimento per la comunità oppure in ambito medico.”
Nel video potete ascoltare l’intervista completa al Presidente dell’associazione Marco Antei, in collegamento video dalla Svizzera, dove vive e lavora)