festival di sanremo

Il “Miracolo Festival” fortunatamente continua da oltre mezzo secolo per Sanremo, la Riviera, l’Italia intera, il turismo. Nel bene e nel male da oltre mezzo secolo rispecchia il nostro Paese, il difficile momento che viviamo e ciò che invece vorremmo vivere. La prima serata del 75° Sanremo, ha segnato un altro poker Rai, Carlo Conti il “bravo presentatore”, gli ospiti della serata Antonella Clerici e Gerry Scotti (pace fatta Rai-Mediaset?). Nuovo record d’ascolti, brindisi nella città di Calandria piena zeppa di ospiti, italiani e stranieri, come non mai, a Palazzo Bellevue e a Roma, Viale Mazzini. Secondo i dati Total Audience rilasciati da Auditel, sono stati ben 12 milioni 600mila i telespettatori. Il picco d’ascolto è arrivato alle 22.02 addirittura con 17 milioni 800mila, quelli di share all’11.08 con il 72 per cento. Non è improprio parlare di “miracolo” quando si parla del Festival della canzone italiana, giro d’affari, posti di lavoro. Proprio stamane su tutti i giornali e media nazionali ed internazionali l’ennesima notizia che non si vorrebbe mai leggere o sentire: crollo dell’industria italiana, da due anni nuovi segni meno soprattutto nel settore abbigliamento, una delle nostre punte di diamante per l’estero. Si parla anche di meno 10%, aria bruttissima per migliaia di famiglie, occupati nei settori industriali. Per chi crede è tempo di rivolgersi a Sanremo e chiedere “per carità dacci una mano”. 

La prima sera l’abbiamo vista tutta, bella, lunghetta come previsto, ma ce l’abbiamo fatta. Il Sanremo quest’anno è stato trasformato. L’idea, oltre la nave da crociera ancorata a poche centinaia di metri, i fuochi d’artificio sul mare, del Festival diffuso, non solo Teatro Ariston, ma musica, spettacoli affollatissimi in piu’ parti della città pare buona ed è iniziata bene. Fantastica l’esibizione dei bravissimi cento batteristi che si sono esibiti insieme nella zona centralissima Piazza Borea D’Olmo-via Matteotti-Ariston. Funziona. Come sempre però, per dirla con il Manzoni “adelante Pedro, con judicio”. 

In sintesi alcune nostre pagelline, amichevoli appunti senza pretese.

Presentatori. Bravi tutti. Conti, Clerici, Scotti conduttori blasonati che non hanno sprecato il tempo, risultando piacevoli. Per ora nessun rimpianto di Amadeus & Company.

Super ospite Jovanotti. “Travolgente!”, “Magico”. Riportiamo alcuni titoli di giornali e siti che sintetizzano la sua eccezionale performance sanremese: “L’Ombelico del mondo”, “È qui la festa”, “Sei un mito”, “Come te Nessuno”. La dimostrazione come un artista vero ed una perfetta organizzazione possano realizzare uno spettacolo eccezionale.

Noa (israeliana) e Mira Awad (palestinese). Interpretazione intensa e non poteva essere altrimenti con un testo come “IMAGINE”. Canzone di Lennon del ’71 attuale allora come adesso. “Niente per cui uccidere o morire, la vita in pace” è ciò che sogniamo tutti. La speranza che il mondo, un giorno “sarà un tutt’uno”.

Il Papa. Povero Papa Franceso, stanco e sofferente, con il cuore come sempre, ha parlato, letto di pace, di impegno. Scoop Rai? Una parola o un abbraccio a Sanremo del Santo Padre, mancati, avrebbero potuto coinvolgere ed emozionare di più anche se, probabilmente (?) il  momento è troppo delicato per lasciarsi andare?

Canzoni e cantanti in gara. Magari da riascoltare, più piacevoli, orecchiabili con i testi sotto agli occhi.

Brunori Sas. “L’albero delle noci”, testo bello, forse per tutti non facile capirlo subito. Se Dio vuole anche di un unico autore. Quest’anno troppi testi, parolieri musicisti, cantanti, autori, 6, 8, hanno firmato insieme troppe canzoni in gara. Ricordate la biblica “moltiplicazione dei pesci”. 

Francesco Gabbani. “Viva la Vita”, brano ottimista, è un inno alla vita.

Irama. “Lentamente”: Il cantante non si smentisce, triste e dolcissimo: “Lentamene si sta spegnendo ogni fottuto sentimento”.

Lucio Corsi. “Volevo essere un duro”: lo stesso autore dice di usare parole in libertà, rime strane. Ottiene però una ballata attualissima.

Simone Cristicchi. “Quando sarai piccola”: il futuro di un figlio, il futuro di una madre. Canzone troppo bella, troppa poesia per vincere il Festival di Sanremo 20 25.

Massimo Ranieri. “Tra le mani un cuore”. Si è visto e capito subito che Massimo non era in forma. Peccato. Lui stesso lo ha ammesso. Ieri qualcuno, qualcosa, lo hanno tradito. 

Fedez. “Battito” il titolo della sua canzone. Anche lui è subito apparso triste, diverso, freddo, cupo, tormentato da comportamenti, fatti accaduti tra le mura domestiche, per strada, allo stadio, chissà dove? “Ti ho odiata te lo giuro”, parole eloquenti. Insomma serate no, capita.

Noemi. Ha presentato un abito della stylist Ramona Tabita (bel nome che significa “Gazzella”) azzardato anche se elegante.

Giorgia: parecchi bookmaker la danno vincente, conferma il fascino e la semplicità della Maison Dior. Abito perfetto per lei.

Marcella: in nero, Maison Amen, raffinata, ma perché non coprire tutte e due le spalle?

Elodie. Davvero splendida, tutta in argento, Maison Prada. Scandalo? La sua mano delicata “che piano, piano scivola giù” e si ferma eroticamente proprio sull’inguine ripresa maliziosamente e volutamente (?) dalle telecamere Rai, forse non era così necessaria, ma senza dubbio ha aiutato tutti a capire meglio il senso della sua canzone “Dimenticarsi alle 7”.

Look. Stravaganza in eccesso, come sempre è giusto, nel vestire. Dilaga la nudità maschile anche se assolutamente inelegante. Ricerca del sexy nel femminile.