video
play-rounded-outline
04:12

Dopo qualche anno di relativa calma sul tema, la giunta di Sanremo pare intenzionata e mettere nuovamente mano al regolamento comunale relativo alle esibizioni degli artisti di strada e cambiarlo, con alcune innovazioni già in uso in altre città, come ad esempio l’introduzione di un applicazione, strumento che ha portato alterne fortune in base ai contesti ed un criterio di selezione dei più meritevoli, pratica molto comune in molte grandi città europee.

Allo stato attuale quello del Comune di Sanremo è uno dei regolamenti probabilmente più strutturati ed avanzati della Liguria, banalmente perchè è fra i comuni più sollecitati da dinamiche di questo tipo, anche grazie al rapporto culturale e pop che lega la musica alla città dei fiori in Italia.

Essendo già una città di dimensioni considerevoli, Sanremo, anche se in tono molto minore rispetto a Nizza o a Genova (uno dei casi più interessanti nel bene e nel male in Italia da prendere in esame per quanto riguarda il rapporto fra le amministrazioni e i cosiddetti buskers), è comunque abbastanza grande da ospitare il fenomeno in maniera più o meno costante, con artisti locali che si esibiscono sovente per le strade della città che si alternano a chi porta la propria esibizione in giro per il paese ed il continente.

Intervenire a riguardo per un amministrazione generalmente significa dover soprattutto mediare fra questi artisti e il resto della popolazione, a partire dai commercianti e gli abitanti delle vie più trafficate, via Matteotti in primis quando si parla di Sanremo.

La storia delle regolamentazioni comunali sull’arte di strada nella città dei fiori ha visto spesso episodi o tentativi di normare il tutto piuttosto controversi, come il tentativo, nel 2018, di inserire il possesso di un diploma di Conservatorio come metro di selezione di ingresso, creando la paradossale ed ironica situazione di avere un criterio per esibirsi nelle strade della città ben più stringente, per certi versi, rispetto all’esibirsi nel Teatro Ariston (quanti fra i tanti concorrenti del Festival di Sanremo sono/erano effettivamente diplomati al conservatorio?).

Non che la bravura dell’artista eviti peraltro situazioni spiacevoli e scontri con i commercianti, vedasi il caso piuttosto famoso di qualche anno fa che vide protagonista Davide Laura, violinista sanremese di altissimo livello(uno che si è esibito anche al Teatro La Scala per intenderci) e molto conosciuto in città che si vide costretto ad andarsene e ad interrompere la propria esibizione per le lamentele di un commerciante.

Cercare di implementare il regolamento per renderlo più chiaro e utile sia per gli artisti di strada che per i commercianti è un esercizio difficile che però può portare dinamiche fruttuose per tutte le categorie(bene ricordarlo, gli artisti di strada sono un categoria, con un ente di rappresentanza (la FNAS) e nella grande maggioranza dei casi sono persone che per svolgere la propria attività sono soggetti a norme specifiche, piuttosto che dei senza tetto.

L’uso di un applicazione per suddividere gli spazi e gli orari in maniera più chiara e accurata può essere un ottima idea, in particolare per evitare soste prolungate e impedire dissidi “territoriali” fra artisti. Un esempio di applicazione che viene usata in giro per l’Italia è ArtheCity, usata ad esempio per regolare le esibizioni nel Comune di Torino (fino a poco fa fra le poche città presenti nel circuito dell’app c’era curiosamente anche il borgo di Triora), ma va detto che queste applicazioni sono spesso pensate per contesti diversi da Sanremo. A Milano è stata introdotto l’uso di un applicazione per la necessità di gestire una certa sproporzione fra domanda e offerta, dove in un numero limitato di tempo e postazioni ci sono tantissimi artisti che vogliono esibirsi e guadagnare in visibilità e soprattutto, a “cappello”(l’attività di busker è infatti molto più redditizia di quanto si pensi e non è un caso che molti musicisti professionisti la usino come seconda entrata.)

Per Sanremo un app di questo tipo può risultare estremamente utile in periodo come quello del festival come poco utilizzato nel resto dell’anno, perché non ha (per ora) un bacino paragonabile a quello di città come Milano, Verona (gli esempi presi in esame dal Comune) e il numero di artisti presenti nel comune risulta sempre o quasi minore rispetto al numero di postazioni effettivamente disponibili considerando temi e spazi imposti da regolamento(via Matteotti rimane la via in assoluto più trafficata in tal senso). Tolto il periodo festivaliero, siamo ancora ben lontani da situazioni completamente fuori controllo come spesso si è visto in altre città d’Italia.

Inoltre se già ora il regolamento prevede il dover dichiarare date, orari e luoghi dell’esibizione in un numero limite(non è possibile esibirsi a Sanremo più di un tot. di volte in dato arco di tempo), non è chiaro come l’applicazione o l’introduzione di criteri più stringenti basati sul merito degli artisti (che esiste in molte città europee) possa mettere i turisti e i commercianti “al sicuro” da improvvisati strimpellatori eccessivamente molesti.

Un aspetto meriterebbe un focus particolare, caro tanto ai commercianti quanto agli artisti, è la questione dei decibel, tema assente dal regolamento attuale he difficilmente può essere assimilabile come situazione a quelle di un locale che decide di chiedere i permessi per un Dj Set all’ora dell’aperitivo.

In alcuni comuni esiste un limite specifico da non superare per quanto riguarda i db emessi ed un periodo dove chiunque può teoricamente mettersi un fonometro come applicazione sul cellulare, verificare, ove la legge lo consenta, la possibilità di un trattamento specifico sul tema potrebbe essere un ottimo compromesso, tenendo conto del fatto che impedire l’uso di un amplificatore per suonare non metterà a riparo da volumi alti, visto che un violino o un coro di voci a cappella spesso raggiungono volumi ben più alti di una base musicale o di una chitarra amplificata (che però può essere regolata). Un violino emette generalmente 70 db, al di sopra di quanto previsto per il centro secondo il Piano di Zonizzazione acustica.

Si prospetta dunque un nuovo capitolo di questa vicenda, e vedremo come l’amministrazione di Alessandro Mager saprà muoversi in questo terreno non semplice, fra due parti che spesso hanno avuto un rapporto piuttosto complesso.