“La politica, nella comune accezione del termine, non è altro che corruzione”. Questo è quello che credeva, diceva, scriveva Platone nel 450 avanti Cristo. Chissà cosa crederebbe, direbbe, scriverebbe oggi dopo aver analizzato la breve, frettolosa, movimentata campagna elettorale e letto i risultati delle elezioni regionali della Liguria che hanno visto la vittoria, non proprio ma quasi sul filo di lana, di Marco Bucci (centro destra), e la sconfitta di Andrea Orlando (centro sinistra). Il colpo di scena, a convincere all’ultimo minuto in “zona Cesarini” Bucci, nonostante non sia in perfetta forma, a dimettersi da sindaco di Genova e candidarsi, nonostante settimane precedenti avesse in sostanza detto “mai”, porta la firma del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Senza dubbio, quelle appena finite lunedì 28 ottobre, sono state elezioni difficili.
Il caso Toti, i suoi domiciliari insieme a quelli di altri indagati a partire dall’imprenditore marittimo-portuale Spinelli, le richieste di patteggiamento per evitare processi e possibili sentenze pesanti, delicate indagini ancora in corso, sospetti di voti di scambio, ombre di personaggi di mafia, promesse non mantenute di costruire un’Italia migliore, più sicura, più giusta, umana davvero per tutti e non per i soliti noti, un presente e futuro che sembrano sempre più nuvolosi che solari certamente non aiutano. Se ci fermiamo un attimo e ragioniamo forse ci accorgiamo che il mondo va al contrario: guerre, ogni giorno morti, giovani, figli che si uccidono come se la vita fosse un videogioco, quasi quotidianamente morti sul lavoro, ospedali nel caos, anziani che invece di una ricchezza sono diventati un peso. Fermiamoci qui.
Logico che sempre più italiani, di destra, centro, sinistra, non vadano più a votare. Da troppo tempo, da troppi eletti si sentono traditi. Possibile che a candidarsi in prevalenza siano sempre gli stessi da decenni? Molti di loro sono solo capaci a cambiare bandiera, partito, compagni di viaggio esclusivamente per non perdere le poltrone dorate e lauti compensi quasi sempre immeritati.
Oggi è Bucci, l’uomo, il politico, il pubblico amministratore “del fare”, come lui stesso ama ripetere, ad avere il timone della Regione Liguria. Ha detto che subito dopo aver scelto gli assessori, e di avere già le idee chiare e dare giusto spazio alle donne, il primo problema che affronterà sarà quello della sanità, accelererà sulla realizzazione di quella mezza dozzina di nuovi ospedali che la Liguria ha urgente bisogno senza perdere altro tempo. Speriamo che inizi da Taggia prima che l’Inail dirotti verso altri lidi i denari necessari messi già a disposizione del sindaco di Taggia, del presidente della Provincia, di tutti i Comuni dell’Asl1. Basta scandali, sospetti di concorsi Asl come hanno titolato anche recentemente i giornali “I vincitori erano già noti” o che le attese nei pronto soccorso siano anche di 12 e più ore e visite cardiache o altre di mesi e anni. Domanda? Possibile che in Liguria non ci siano più giovani, anziani, professionisti, uomini e donne in grado di far funzionare gli ospedali come una volta? La tecnologia ha fatto passi da gigante, le cliniche private nascono come i funghi, ovunque, ma in ogni comune ci sono decine e decine di famiglie per bene, oneste, che con il loro lavoro non hanno i soldi per farsi curare, guarire, vivere.
Bucci, dicono i giornali, ha vinto, ha battuto il Pd, Orlando grazie ai voti che ha ricevuto dalla provincia di Imperia. Quindi… deve qualcosa agli elettori della Riviera dei fiori, in primo luogo all’ex più volte ministro di Berlusconi, di Forza Italia, Claudio Scajola? Giornali, dibattiti televisivi per giorni hanno dichiarato che a dare le carte da Cervo San Bartolomeo a Ventimiglia, era lui, solo lui, l’inossidabile Claudio, a dire, per esempio, ai ventimigliesi ed ai bordigotti che l’uomo da votare era il sindaco di Vallecrosia, Armando Biasi. Che ad Imperia capoluogo, dove lui è sindaco ed anche presidente della Provincia, bisognava dare un aiutino anche al nipote Marco, passata tra loro la burrasca di qualche tempo fa, figlio del fratello Alessandro, ex sindaco anche lui di Imperia, Marco Scajola è stato il più votato in assoluto di Forza Italia con 6.308 preferenze. Nelle passate elezioni era stato votato nella lista dell’ex Presidente della Regione Giovanni Toti. Quest’anno è ritornato sotto la bandiera di FI. Si mormora che Marco dovrebbe essere senza dubbio riconfermato assessore, alla grande, da Bucci. Se è vero quello che si sente dire in queste ore MS, sempre iniziali di Marco Scajola, potrebbe diventare il nuovo vice presidente della Regione, prendere il posto di Alessandro Piana, leader della Lega con 3.505 voti. Non si tratterebbe di una bocciatura, ma di una richiesta. Pare che Piana, imperiese doc. sarebbe stato direttamente lui a chiederlo al Presidente Bucci preferendo questa volta la carica di Presidente del Consiglio regionale.
Gli imperiesi promossi alle regionali sono 5: oltre a Marco Scajola e ad Alessandro Piana (Lega), hanno vinto il biglietto per la Regione Luca Lombardi (sanremese, 3.093 voti, FdI), Walter Sorriento (Bordighera, 441 voti, lista Orgoglio Liguria) ed Enrico Ioculano (4.508 voti, Ventimiglia, PD, sinistra). Da 5, se 2 o 3 di loro fossero promossi assessori i rappresentanti di Imperia in Regione potrebbero aumentare a 7 o 8. Tra questi il primo ad avere disco verde sarebbe proprio il sindaco di Vallecrosia, Biasi, protetto (?) dall’ex pluri ministro Claudio Scajola.
Una domanda: con tutto il massimo e dovuto rispetto per Walter Sorriento com’è possibile che un candidato con soli 441 voti possa venire eletto consigliere regionale? È vero: “Le vie del Signore sono infinite”.