Durante un incontro carico di emozione e spiritualità, organizzato dal Serra Club 541 di Imperia, Monsignor Alberto Maria Careggio, vescovo emerito della diocesi di Ventimiglia-Sanremo, ha condiviso con Riviera Time i ricordi della sua amicizia profonda e speciale con San Giovanni Paolo II.
Le parole di Mons. Alberto Careggio
Mons. Careggio, che ha avuto il privilegio di trascorrere diversi periodi accanto al Santo Padre, ha dipinto un ritratto di un uomo di straordinaria statura spirituale. “Era un amante della montagna,” racconta il vescovo, “perché vedeva nei monti la rappresentazione simbolica delle ascensioni spirituali. Quando usciva, con il rosario sempre con sé, faceva una mezz’ora di silenzio assoluto perché bisognava pregare”.
L’amicizia con San Giovanni Paolo II
L’amicizia tra Mons. Careggio e Giovanni Paolo II si consolidò verso la fine degli anni Ottanta, quando Careggio, allora sacerdote, ricevette l’incarico di organizzare le vacanze estive del Papa in Valle d’Aosta. In quel contesto “Ho avuto l’onore di seguirlo per diversi anni nei momenti di riposo, dove emergeva non solo la sua elevata statura spirituale, ma anche la sua umanità quotidiana,” ha ricordato Mons. Careggio.
Nel corso degli anni, anche quando la distanza geografica li separava, la loro amicizia non si affievolì mai. Ogni volta che si recava a Roma, Mons. Careggio faceva visita al Santo Padre, che lo accoglieva sempre con affetto. “Era il minimo che potessi fare – racconta il vescovo – anche solo per un caffè. Ma se sapeva che ero a Roma, non mancava mai di chiedere alle suore del suo appartamento: ‘Don Alberto si è già fatto vivo?’”.
Un aspetto toccante di questa amicizia riguardava il rapporto tra Giovanni Paolo II e la madre di Mons. Careggio. Rimasto orfano di madre da giovane, il Papa polacco sembrava sentire un’affinità particolare con la figura materna, una sensibilità che rispecchiava la sua visione profonda della donna, considerata da lui non solo in un ruolo sociale, ma come portatrice di un valore intrinseco e inestimabile. Mons. Careggio ha sottolineato quanto l’amicizia sia un dono inestimabile, una relazione che esige cura, pazienza e dedizione, valori che Giovanni Paolo II incarnava profondamente.
Un piccolo aneddoto
Al termine della serata, Mons. Careggio ha rievocato un aneddoto del 1994, quando Giovanni Paolo II, nonostante si fosse appena rotto il femore, decise di recarsi ugualmente in Valle d’Aosta. “Era zoppo. Il primo giorno avremmo fatto una ventina di passi. I giorni successivi migliorava, andava avanti e continuamente mi diceva: ‘Don Alberto, hai un Papa zoppo’. L’ultimo giorno, mentre si preparava a partire mi ripeté questa frase e io gli risposi: ‘È vero, Santità, ma fa camminare la Chiesa‘.
Nel video-servizio a inizio articolo le parole di Mons. Alberto Careggio.