Riceviamo e pubblichiamo di seguito la nota stampa dell’AGB (Associazione Giuseppe Biancheri).
“Il 6 ottobre del 1979 fu un giorno di grandi festeggiamenti in tutta la Val Roja e Val Vermeragna: la ferrovia Cuneo-Ventimiglia-Nizza, dopo una lunga interruzione a causa dei bombardamenti bellici, riprese a funzionare. L’AGB (Associazione Giuseppe Biancheri) oggi festeggia e spegne 45 candeline, pur essendo un anniversario non felice, sempre circondato da problemi non risolti.
Malgrado oggi, purtroppo, si sia ancora in attesa della riapertura del Colle di Tenda, rimane il collegamento più veloce e comodo tra Liguria, Piemonte e Costa Azzurra, nonché l’unico mezzo di trasporto per frontalieri e turisti. ‘Nun Ghe Semu’. Veloce e comodo, malgrado i notevoli disservizi per i pochi treni che viaggiano durante il giorno, che molte volte vengono soppressi o subiscono ritardi clamorosi a causa di problemi tecnici alla linea, del malfunzionamento dei treni o, come succede da agosto, ogni giovedì, per lo sciopero del personale ferroviario francese. Nei periodi di festa, i vagoni sono sovraccarichi di viaggiatori e molti rimangono a piedi.
Un collegamento comodo che ha resistito alla furia della tempesta Alex, che però ha causato il rallentamento della velocità di trasporto. Un collegamento internazionale, essendo anche uno dei pilastri del “Patto del Quirinale” per i rapporti transfrontalieri, e oggi, per un lungo periodo, l’unico collegamento ferroviario tra Nizza e Cuneo-Torino a causa della chiusura della linea Breil-Nizza per importanti lavori di messa in sicurezza.
L’AGB ricorda che questa linea, proclamata nel censimento nazionale del FAI come uno dei “Luoghi del Cuore”, è un collegamento strategico che può unire direttamente Nizza con Torino, via Ventimiglia e Cuneo, e con la Svizzera, via Arona. Tuttavia, abbiamo bisogno di maggiori investimenti, di eseguire i lavori di messa in sicurezza del tratto francese, del ripristino della velocità normale e del potenziamento delle corse, fino almeno a sei coppie di treni giornalieri.
In fondo, ciò che manca è il sostegno della politica, dei nostri rappresentanti liguri e piemontesi nel Parlamento Italiano e in quello Europeo di Strasburgo, del sostegno delle autorità (consiglieri e assessori) di Liguria e Piemonte, delle Camere di Commercio, della ferma posizione dei sindaci delle principali città di Torino, Cuneo, Limone, Ventimiglia, Mentone, Nizza e dell’aiuto dei presidenti delle tre Province, oltre all’appoggio del Principato di Monaco.
Serve una mobilitazione vera, sull’esempio di quanto ben organizzato a Savona la prossima settimana, dove il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, sottoscriverà con i suoi colleghi e altri diversi attori un patto di collaborazione per sollecitare Regioni, Governo e tutti gli attori interessati ad affrontare i problemi infrastrutturali viari e ferroviari nel collegamento tra Torino e Savona.
Noi, nel segno e nel ricordo di Camillo Benso Conte di Cavour e del presidente Giuseppe Biancheri, dobbiamo tornare a suonare la carica, dopo aver spento le 45 candeline, sognando tanti desideri.
Le nostre battaglie per escludere la “Ferrovia delle Meraviglie” dalla black list dei Rami Secchi, le mille iniziative per valorizzare la mobilità dolce; l’organizzazione dei “Treni della Neve” con corse straordinarie per raggiungere le piste da sci di Limone Piemonte; i viaggi in soccorso delle popolazioni francesi della Val Roja isolate per la Tempesta Alex; l’inserimento nel Patto del Quirinale; i treni storici grazie al contributo della Fondazione FS; la proclamazione nazionale del FAI, e tanto altro costruito e sviluppato da migliaia di cittadini volontari, non è bastato.
Dopo 45 anni, la Ferrovia Ventimiglia-Cuneo non è ancora matura, è ancora a rischio di sopravvivenza, è ancora nel limbo del troppo disinteresse da parte pubblica, malgrado sia voluta e amata dai cittadini, sia strategica per l’economia e possa rilanciare i territori”.