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Sono circa le 9 del mattino quando, a San Lorenzo al Mare, nel cortile interno della sede del Consorzio Irriguo e Potabile dei comuni di Cipressa Costarainera, iniziano a radunarsi i soci della storica società, che dal 1928 gestisce l’approvvigionamento idrico per i comuni di Cipressa e Costarainera. Una presenza numerosa e compatta, dovuta alla grave situazione che ha lasciato i territori senz’acqua nei giorni scorsi.

Tra i presenti vi è anche Giovanni Battista Martini, presidente del consorzio, pronto a difendere le ragioni della società. Poco dopo, intorno alle 9.30, sono giunti sul posto anche la Polizia locale e i funzionari di Rivieracqua, incaricati di prendere possesso della struttura secondo quanto stabilito dalla diffida emessa dal commissario dell’ATO Idrico, Claudio Scajola. Al loro hanno trovato però i cancelli chiusi e i soci del consorzio schierati dall’altro lato.

Attraverso le sbarre del cancello ha avuto luogo un breve colloquio tra le parti. L’avvocato Claudio Pesce, legale del consorzio, prende subito la parola, spiegando chiaramente la posizione della società di fronte agli agenti, ai rappresentanti di Rivieracqua e successivamente ai microfoni della stampa: “Non ci sono atti espropriativi, né documenti esecutivi. Rivieracqua ci ha comunicato che oggi sarebbe venuta, ma noi siamo qui per ribadire che la proprietà è nostra. Al momento in Italia non è ancora consentito entrare nella proprietà altrui senza un’adeguata legittimazione, e la situazione rimane invariata. I termini della diffida scadono questa sera”.

Pesce sottolinea inoltre che “la diffida non è un provvedimento che consente l’accesso forzato. Il Consorzio ha 500mila euro di crediti scaduti inseriti nel piano concordatario alla data del 30 settembre 2023, a cui si aggiungono ulteriori 200mila euro maturati da ottobre 2023 ad oggi. Rivieracqua incassa le bollette di una parte degli utenti di questi comuni, mentre il Consorzio continua a svolgere il servizio gratuitamente grazie ai suoi soci. Siamo qui per dire che non si può entrare in casa d’altri senza giustificazioni legali”.

Si tratta di una vicenda che parte da lontano, che già ieri aveva visto un ulteriore capitolo con la riunione avvenuta in prefettura, a seguito dell’emergenza idrica nei due comuni prima citati. Al momento, il Consorzio conta su soli due dipendenti part-time e deve affrontare costi elevati, soprattutto per il pompaggio dell’acqua.

Dopo un’ora e mezza di discussioni, la situazione è sembrata normalizzarsi: poco prima delle 11, la Polizia locale ha lasciato l’ingresso della struttura, rinviando a questa sera la scadenza dei termini imposti dalla diffida. Tuttavia, la vicenda è ben lontana dall’essere risolta e nelle prossime ore sono attesi nuovi sviluppi.

Nel video servizio a inizio articolo l’intervista completa all’avvocato Pesce.