“I detenuti che ieri notte hanno vandalizzato il carcere di Sanremo erano sotto l’effetto incontrollabile dei fumi dell’alcol”, commenta il segretario ligure dell’Unione sindacati polizia penitenziaria Guido Pregnolato. “Prima il sequestro e pestaggio nei confronti di Alberto Scagni, poi i gravi disordini avvenuti il 9 dicembre 2023: questi sono solo alcuni degli episodi più noti, degli ultimi anni, in cui le violenze sono state causate da detenuti in stato di alterazione dovuto all’ebbrezza”.
“Troppo spesso il comune denominatore delle escandescenze è l’alcol ricavato clandestinamente dalla macerazione di frutta che viene distribuita all’interno del penitenziario”, dichiara il sindacato. “Già un anno fa, fortemente preoccupati, consapevoli che la carenza di organico favorisce l’illegalità e la difficoltà nel controlli, avevamo denunciato pubblicamente la situazione, proponendo di sostituire tali alimenti con, ad esempio, le gelatine di frutta”.
“A questo punto è lecito domandarsi che cosa abbiano fatto i vertici locali per fermare il consumo di alcolici da parte dei detenuti”. Il sindacato Uspp punta il dito contro “la confusione gestionale e l’inerzia di chi gestisce il carcere di Sanremo”.
“L’assenza di provvedimenti volti alla sicurezza – prosegue – confermano l’immobilismo della direzione e mentre i reati e le violenze all’interno della casa circondariale aumentano, a farne le spese sono sempre i poliziotti penitenziari che rischiano ogni giorno la loro incolumità”.
“Il personale è stanco anche a causa di turnazioni massacranti di 20 ore di servizio continuative senza manco poter fruire del pasto”, conclude l’Uspp, “i diritti contrattuali vengono quotidianamente calpestati e, ad oggi, la direzione non ha neanche convocato le parti sindacali, auspichiamo pertanto in un intervento urgente del vertice regionale dell’amministrazione penitenziaria affinché metta in sicurezza il lavoro della polizia penitenziaria di Sanremo ripristinando l’assetto organizzativo”.