Bucci ha detto sì. Ha accettato di essere il candidato del centrodestra, sostenuto dal governo di Giorgia Meloni. Sorpresa? Non scherziamo. Nel microcosmo dell’estremo Ponente ligure, ai confini con Montecarlo, la Costa Azzurra e la “grandeur” della Francia, nel microcosmo della Provincia dei fiori e del sole, su Riviera Time e L’Eco della Riviera si era già scritto in solitaria tempo fa, unitamente ad altre candidature a consiglieri o assessori ritenute illusoriamente top secret, come quella di Armando Biasi, sindaco di Vallecrosia.
Il sindaco di Genova, Marco Bucci, aveva già manifestato, più o meno inconsciamente, il desiderio e la possibilità di candidarsi al prestigioso seggio di presidente della Regione Liguria dopo Toti, fin dai primi di agosto. In un’intervista televisiva a Primocanale, dell’editore ed ex senatore Maurizio Rossi, Bucci aveva dichiarato: “Se qualcuno in Comune (consiglieri, assessori?) vuole candidarsi alle regionali, ben venga. Sono ben contento che si possa fare, ed è giusto che qualcuno salga. Se si viene in giunta a Genova e poi si ha l’opportunità di andare ancora più su (fare carriera?), vorrà dire che tutti quanti vorranno venire in giunta. Per noi è un messaggio positivo se le persone si candidano a fare qualcosa di meglio. Vuol dire che gli anni passati in giunta (al vertice?) sono serviti”.
Più recentemente, addirittura ieri 10 settembre, all’ANSA, uscendo dal consiglio comunale, in merito alle mille voci e alle pressanti indiscrezioni elettorali e politiche che arrivavano soprattutto da Roma, dalle segreterie dei partiti di centrodestra – si mormora anche dalla Meloni – Bucci, a proposito di una sua candidatura a presidente della Liguria alle prossime elezioni regionali del 27 e 28 ottobre, ha frettolosamente detto: “Vi rispondo con nove parole: io la campagna elettorale la faccio in ogni caso”.
Quindi anche in solitaria, nel caso Meloni & C. all’improvviso avessero cambiato idea? Domanda lecita, al momento senza risposta. L’interrogativo su chi appartenga la “soluzione Bucci”, invece, abbonda di copywriter, a partire dai ministri Salvini (Lega), Tajani (FI), Meloni (FdI), Rixi (Lega), fino a due nomi del club Toti. Non è infatti un segreto che, tagliata fuori la fedelissima deputata totiana Ilaria Cavo, molti del gruppo del presidente dimissionario ed inquisito stessero cercando con difficoltà, vista la situazione, un nome importante di Genova, disponibile, conosciuto e stimato. Si parlava di un professore e di due industriali, non proprietari di yacht mozzafiato né assidui frequentatori con avventure a Montecarlo.
Nella provincia di Imperia c’è attesa e curiosità su chi sarà candidato e, soprattutto, quanti andranno a votare. La conclusione delle recentissime elezioni per il nuovo sindaco e la maggioranza del Comune di Sanremo, che ha visto la vittoria dell’avvocato Mager (sindaco di una coalizione civica-sinistra) e del vicesindaco Fellegara (sinistra-Pd-civici), conquistata al ballottaggio capovolgendo il primo risultato, ha aperto dubbi e interrogativi. In Regione vincerà il candidato della sinistra, l’ex ministro Orlando, o Bucci?
L’intera Liguria, ma soprattutto Genova e i genovesi, anche per la lungaggine del processo legato alla catastrofe del crollo del Ponte Morandi, che ha causato decine di morti, si trovano davanti a grandi interrogativi. I familiari delle vittime e non solo temono che finisca tutto in fumo, che i veri responsabili, ancora una volta, quando in ballo ci sono potere e miliardi, non paghino il dovuto. Come risponderanno i cittadini alla chiamata alle urne? Il caso Toti, gli arresti e tutto questo polverone di cavilli, interpretazioni, affari, pubblicità, carriere e notizie influenzeranno il voto? Se sì, in che modo?
Una curiosità: il sindaco Bucci ha forse deciso “Sì, mi candido” a Quarto, all’ombra del monumento ai Mille volontari garibaldini, le camicie rosse, salpati tra il 1860 e il 1861 alla volta della Sicilia. Sbarcati a Marsala con Garibaldi per liberare, dopo le battaglie di Milazzo, la caduta di Messina, vincere il Regno delle Due Sicilie, gli scontri in Calabria e Basilicata, battere gli stranieri e unificare l’Italia? Una nobile decisione per unire un popolo, una nazione, avvicinare sempre di più le quattro province: Genova, Savona, La Spezia e Imperia? Risolvere più in fretta i loro problemi, che sono i soliti e tanti, dalla sanità al lavoro, dalla sicurezza alla scuola, dal sociale ai trasporti, e molto altro ancora, dal dopoguerra ad oggi? Sta per iniziare un nuovo Risorgimento o continueremo a sognarlo?