L’attore Pierpaolo Spollon, conosciuto per i suoi ruoli in serie televisive di successo come ‘Doc – Nelle tue mani‘ e ‘Blanca‘, ha recentemente trascorso diversi giorni in Liguria, partecipando a vari eventi culturali. Tra questi spicca la sua presenza al Bordighera Book Festival e alla serata ‘AperiDoc’, organizzata da Paola Savella (Espansione Eventi), presso il Tapas Beach di Imperia. Qui l’attore si è raccontato ai nostri microfoni parlando della sua estate, dei legami con la Liguria e dei progetti futuri.
Le parole di Pierpaolo Spollon
Come sta andando la tua estate? “Non mi ero mai fermato a pensarci, ma sta andando bene. Ho passato molto tempo in famiglia, il che è raro per me. Ho persino trascorso due giorni da solo, cosa che non succede quasi mai. Inoltre, il mio libro mi sta portando in posti meravigliosi come questi: sono stato a Bordighera, ora sono a Imperia e poi a Rapallo. Non posso davvero lamentarmi, devo solo ringraziare”, ha esordito Pierpaolo Spollon ai nostri microfoni.
In questi giorni sei spesso in giro per la Liguria. Che legame hai con questa regione, in particolare con la provincia di Imperia? “La Liguria è un posto che adoro. Non lo dico solo perché sono qui; ci sono molti posti dove sono stato che non hanno sentito queste parole. Dopo un anno e mezzo trascorso tra Genova e Camogli per girare ‘Blanca’, mi sono innamorato. È un luogo che si adatta perfettamente alle mie esigenze: una città a misura d’uomo, con un’atmosfera quasi da paese dove ci si conosce tutti. Vai a prendere la focaccia e incontri sempre qualcuno che conosci. Ho bisogno di questa familiarità per stare bene. La provincia di Imperia la conosco un po’ meno, ma prometto che tornerò per esplorarla meglio”.
Hai citato le serie televisive. Quali sono i tuoi progetti in corso? “Quest’anno ho lavorato un po’ di più per il cinema. Usciranno un paio di film, uno dei quali sarà trasmesso su Rai 1 entro la fine dell’anno. A febbraio, invece, uscirà una serie per Amazon intitolata ‘Costiera‘, una produzione italo-francese”.
Non si può non parlare di ‘Doc – Nelle tue mani’. “‘Doc’ ha segnato un momento storico, sia in Italia che nel mondo. Si tratta della prima serie medical italiana uscita durante il periodo del COVID, quando tutte le famiglie erano chiuse in casa. È un ricordo molto vivo e c’è grande attesa per le nuove stagioni, che gireremo presto“.
Sei reduce dal Bordighera Book Festival, parliamo del tuo libro. “Il mio libro è un mix di ironia e serietà, utile non solo per i ragazzi ma anche per i genitori che li crescono. Parlo di emozioni, un argomento molto serio, ma lo faccio con la mia consueta autoironia. Il libro segue questa linea”.
Quando e come è nata l’idea del libro? “L’idea è nata insieme a Matteo Monforte, un genovese che è anche l’autore dello spettacolo che porto in giro per l’Italia, ‘Quel che provo a dir non so‘, che parla di emozioni. Abbiamo scritto tanto su questo tema e ci siamo ritrovati con un sacco di materiale, così abbiamo deciso di farne un libro.”
Nel libro parli anche della generazione attuale, una generazione complessa. “Sì, siamo una generazione a cavallo tra l’analogico e il digitale. Siamo i primi a dover gestire due mondi completamente opposti, e questo porta sfide uniche”.
Pierpaolo Spollon
Spollon ha conquistato il cuore degli spettatori con il suo talento e la sua simpatia, apparendo sia sul piccolo che sul grande schermo con serie e film di successo come ‘L’allieva‘, ‘Che Dio ci aiuti‘, ‘L’ispettore Coliandro‘, ‘La porta rossa‘, ‘Leonardo‘ e ‘Odio il Natale‘. E ancora in film come ‘Terraferma‘ di Emanuele Crialese e ‘Che vuoi che sia‘ di Edoardo Leo, oltre ad aver partecipato a diversi cortometraggi e produzioni teatrali.
Attualmente, Spollon è impegnato con lo spettacolo teatrale ‘Quel che provo dir non so‘, scritto insieme a Matteo Monforte, e sta calcando i palcoscenici italiani con grande successo. Questo spettacolo, che esplora il mondo delle emozioni, è legato a doppio filo al suo romanzo d’esordio, ‘Tutto non benissimo‘.
‘Tutto non benissimo’
In una Genova autunnale, l’attore protagonista di una serie tv scorge per caso, in una libreria del centro, Martina, con cui è stato fidanzato una decina di anni prima. Che il destino l’abbia rimessa sulla sua strada lo fa riflettere, tanto da spingerlo a una rocambolesca ricerca della ragazza, svanita poco dopo nel nulla. Unico indizio per ritrovarla: la borsa di lei, abbandonata in un vicolo del centro storico. Con quel feticcio tra le mani, ritrovare Martina diventa per lui un’ossessione, ma anche un’opportunità per guardarsi finalmente dentro e mettere in dubbio molte delle sue certezze. Un romanzo che, con autoironia, riflette sulla superficialità con cui spesso si affronta la vita, che prima o poi, comunque, ti presenta il conto.
L’intervista integrale a Pierpaolo Spollon nel video servizio a inizio articolo.