Mercoledì 24 febbraio e giovedì 4 marzo 2021. Due date che gli abitanti di Ventimiglia, Sanremo e degli altri 30 comuni dei distretti 1 e 2 della Riviera dei Fiori che vanno dall’entroterra al mare, da Airole, Pigna, San Biagio della Cima, Vallebona, Bordighera, Baiardo, Triora, Carpasio, Ospedaletti, sino a Taggia, Riva e Santo Stefano non dimenticheranno mai. Giorni terribili, giorni del Covid, giorni di lutti, lacrime, disperazione, ansie, difficoltà, incognite, disastri, impotenza. Problemi sconvolgenti come in guerra. Ricostruire, curare, guarire le ferite sia a livello fisico, mentale, materiale non è facile. Scoprire gli errori, individuare chi ha sbagliato, perché, chi può o deve rimediare. Indagini, movimenti, varie iniziative di privati sono alle porte. La Confesercenti provinciale di Imperia, per esempio, in attesa che la magistratura concluda le indagini che il 7 maggio scorso, facendo scattare le manette hanno terremotato Genova, il suo Porto, la Regione Liguria inquisendo intoccabili, personaggi importanti, potenti nei loro ruoli, professionisti di rango, anche parlamentari ed un ex sindaco sta pensando ad una “class action“. Tutelare i diritti, rimborso danni alle persone, alle aziende, ristoranti, negozi, attività turistiche, commerciali varie che hanno subito danni. Agli arresti domiciliari l’ormai ex presidente della Regione Giovanni Toti, Aldo Spinelli, ex presidente “storico” del Genoa, più recentemente anche del Livorno calcio, ex consigliere comunale, da anni tra i più attivi e noti importanti dello shipping, della logistica, degli operatori portuali del Mediterraneo, presente nel settore edilizio, e l’ex presidente del Porto, Paolo Emilio Signorini. Le accuse, a vario titolo, sono di corruzione ed atti contrari ai doveri d’ufficio. Indagini anche su voti di scambio.
Il segretario Confesercenti, Sergio Scibilia, geometra, nato a Mentone (la madre è francese) ma con profonde radici ventimigliesi, è uno scafato esponente di sinistra, Fgci, segreteria provinciale Pd, con un lungo curriculum di pubblico amministratore: prima per anni consigliere comunale di Ventimiglia, poi assessore al commercio e sport, per 3 anni consigliere della Provincia, nel 2010-15 eletto nel Consiglio Regionale, presidente della Commissione attività produttive. Scibilia, nell’intervista ai microfoni di Riviera Time, chiede risposte e chiarezza sulle decisioni restrittive prese (frettolosamente?) dalla Regione Liguria e da Toti nelle settimane del Festival di Sanremo 2021, blindato per il Covid con ‘allerte’ gialle, arancione, immediate chiusure delle attività, arrivate improvvisamente, le dispute con l’allora sindaco di Sanremo Alberto Biancheri per mancati contatti, comunicazioni, aggiornamenti, le proteste pure della Confcommercio (presidente Andrea Di Baldassare), decine e decine di titolari di attività commerciali, turistiche, ristoranti, bar, pizzerie, pensioni, alberghi, per disdette inevitabili di centinaia di prenotazioni, costretti a chiudere bottega con frigo zeppi di scorte, carne, frutta, verdura, pesci, prodotti purtroppo non più utilizzabili. Da buttare. Senza contare il personale ingaggiato per l’extra lavoro grazie ai pienoni del Festival, lasciato improvvisamente a casa. Insomma danni economici pesantissimi.
Con Sergio Scibilia è stato sfiorato un altro interrogativo, molti lo chiamano “giallo Toti”: le dimissioni-lampo, nonostante il suo robusto contratto durasse ancora 2 anni, del dottor Silvio Falco, da direttore generale dell’Asl1. Falco, piemontese, ex direttore generale delle Molinette, era stato chiamato da Toti a dirigere l’ospedale matuziano “Borea” proprio per affrontare la gravissima emergenza Covid. Falco aveva dimostrato subito le sue capacità ed il suo valore. Si era impegnato molto anche per far partire, con il sindaco Mario Conio, dopo lunghe attese, il progetto dell’indispensabile realizzazione dell’Ospedale Unico nella piana di Taggia. Poi, come un fulmine a ciel sereno, le dimissioni, a voce e poi recapitate con una lettera ufficiale, indirizzata al presidente della Regione il 23 giugno, “dimissioni irrevocabili per motivi personali”. Spiegazione educata, signorile, inappellabile. Coram populo farebbe acqua da tutte le parti. Perché, come si respira anche nell’intervista al presidente della Confesercenti, Scibilia, la rottura definitiva Toti-Falco sarebbe venuta il giorno prima, il 22 giugno, alle 11.33, nel corso di un vertice del presidente della Regione con i sindacati quando era stato acclarato che, diversamente da Toti che da mesi lo voleva, il manager Falco era assolutamente contrario alla privatizzazione dell’ospedale Saint Charles di Bordighera alla società privata Iclas, colosso romagnolo del settore, proprietaria di una Casa di cura di Rapallo specializzata in cardiologia-chirurgia, unica società che aveva partecipato alla gara pubblica. Secondo Falco nella bozza di contratto sarebbero emerse troppe inadempienze come il numero inadeguato di medici per 110 posti letto, troppa fretta. E Toti? Ringraziò Falco per l’ottimo lavoro svolto all’Asl1 ed immediatamente scelse dopo le sue dimissioni, un nuovo manager.
Inizialmente sui giornali tra i papabili uscì il nome di Daniela Troiano, ex direttrice generale di Asl 5 di La Spezia, poi amministratrice di Alisa. Ottimi rapporti con Toti. Venne detto e scritto che poteva essere disposta anche perché avendo una casa in Costa Azzurra era vicina all’ospedale Borea, all’Asl 1 di Sanremo-Imperia. La scelta definitiva cadde invece sul dottor Luca Stucchi. Venne a Sanremo e firmò lui il contratto del passaggio a privati dell’ospedale Saint Charles. Oggi Stucchi non c’è più, governa l’Asl di Lecco. A Sanremo al vertice dell’Asl1 dall’8 gennaio c’è una signora, la dottoressa Maria Elena Galbusera, è ufficialmente la nuova direttrice generale Asl1. L’augurio è che la giostra delle nomine, per quanto riguarda la sanità pubblica della Riviera dei Fiori, questa volta si fermi.
È vero, siamo a Sanremo, sede di un Casinò tra i più noti e conosciuti non solo in Italia, ma nel mondo, ma quando si parla di sanità, di cure, di vita e di morte, la roulette, il rosso ed il nero, la fortuna e l’azzardo non devono avere cittadinanza. Servono, come sempre, assoluta onestà, capacità, professionalità.
L’intervista completa a Scibilia nel video servizio a inizio articolo.