luciano zarbano

Riceviamo e pubblichiamo di seguito la nota stampa del consigliere comunale d’opposizione a Imperia, Luciano Zarbano (Indipendenza)

“Qualche giorno fa la minoranza ha inviato una lettera al Prefetto di Imperia. La missiva prende spunto dallo scontro tra il sindaco Claudio Scajola e il consigliere di minoranza Luciano Zarbano, durante il consiglio comunale del 17 luglio. Il sindaco aveva attribuito a quest’ultimo delle frasi che invece, come testimonia la registrazione, non risulta che siano state effettivamente pronunciate da Zarbano. Nell’atto viene anche lamentato il comportamento del presidente del consiglio Simone Vassallo, il quale, oltre a violare i generici obblighi di legge di neutralità ed imparzialità, aveva indirizzato al cons. Zarbano (che chiedeva la parola) una frase fortemente antidemocratica: “E allora basta se è in minoranza abbia pazienza non può parlare”. Nella comunicazione vengono anche evidenziati i due suggerimenti (sempre testimoniati dal video) che il sindaco aveva rivolto al Presidente del Consiglio. Infatti il primo cittadino aveva ripetuto per ben due volte la frase “non può parlare”, riferendosi sempre alla richiesta del cons. Zarbano di prendere la parola. Un altro argomento importante, portato all’attenzione del Prefetto, è l’accesso da parte dei Consiglieri Comunali agli atti attinenti le pratiche che saranno poi discusse durante il Consiglio Comunale. È importante evidenziare che sia la data del Consiglio Comunale che le relative pratiche vengono sempre stabilite con un lasso di tempo di molto inferiore a 30 giorni, invece il Regolamento del Consiglio Comunale consente all’amministrazione di fornire la documentazione richiesta entro 30 giorni. Pertanto i consiglieri, non avendo alcuna tutela nel Regolamento del Consiglio Comunale che garantisca loro la ricezione dei documenti in tempi utili, quasi sempre li ottengono quando effettivamente non servono più, rendendo assai difficile (vista la conoscenza parziale delle pratiche in trattazione) l’espletazione concreta del proprio mandato. In realtà la Legge e la consolidata Giurisprudenza Amministrativa operano una netta distinzione tra l’accesso agli atti del cittadino e quello del Consigliere Comunale. Il cittadino agisce per soddisfare un proprio interesse, mentre il Consigliere Comunale agisce per soddisfare un interesse pubblico (in aderenza con il mandato elettorale ricevuto dagli elettori) e che pertanto non può e non deve subire alcuna compressione. I Consiglieri di minoranza confidano nell’intervento del Rappresentante del Governo nella Provincia, affinché venga ristabilito il ruolo della minoranza nel pieno rispetto di quelle forme che garantiscono una partecipazione democratica nella gestione della cosa pubblica”.