Appena fuori Lucinasco, in regione Ciosa, sorge la storica Chiesa di Santo Stefano. Questo edificio religioso è riconosciuto come il primo luogo di culto costruito nel borgo della valle Impero. La chiesa si trova in un’area che una volta era parte dell’antico nucleo abitato, ora scomparso. Infatti, a partire dal XIII secolo, gli abitanti iniziarono progressivamente a trasferire il centro abitato nelle vicinanze del castello.
Le prime testimonianze della presenza della Chiesa di Santo Stefano risalgono a un documento datato alla primavera del 1281.
La chiesa, costruita interamente in pietra, presenta una pianta rettangolare a navata unica, con due cappelle semicircolari simmetriche ai lati. Un presbiterio, di forma squadrata e concluso da un’abside schiacciata, si trova alla fine della navata.
Nel corso dei secoli, la Chiesa di Santo Stefano ha subito numerose ristrutturazioni e ammodernamenti. Questi interventi sono stati spesso necessari a causa dell’avvicendamento delle istituzioni che ne hanno avuto la gestione e la giurisdizione territoriale e religiosa. Inoltre, la chiesa ha dovuto affrontare i danni causati da eventi naturali, in particolare i fulmini. La sua posizione geografica la rende infatti particolarmente esposta a eventi atmosferici eccezionali e numerosi cenni storici riportano di fulmini che si sono abbattuti sulla struttura, provocando danni significativi.
Attorno alla chiesa si trova un cortile recintato, leggermente elevato rispetto al resto dell’area. Di fronte alla chiesa, all’interno del parco, è situato un pittoresco laghetto. Questo spazio è oggi utilizzato per eventi e manifestazioni, diventando un punto di ritrovo ideale per chi desidera trascorrere momenti di relax immerso nella natura.
La chiesa è uno dei siti principali del museo diffuso “Lazzaro Acquarone”, sistema museale creato a Lucinasco nel 1977 per conservare e tramandare il patrimonio artistico e sacrale del territorio.
L’atmosfera eterea e senza tempo del luogo e la sua posizione, che lo rendono inoltre un magnifico punto panoramico sulla Valle del Maro, lo rendono uno dei luoghi più suggestivi del Ponente ligure.
Riprese a cura di Anthony D’Aguì e Alessia Parravicini.