Le organizzazioni sindacali Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil, e le RSU interne, dopo aver dichiarato lo stato di agitazione e l’intenzione di dichiarare uno sciopero dei dipendenti di Rivieracqua, ieri, venerdì 31 maggio sono state convocate presso la prefettura dove si è svolto il “tentativo di conciliazione” così come previsto dalla normativa in materia di sciopero nei servizi pubblici essenziali (Legge n. 146/1990).
I sindacati, unitamente alle RSU, hanno ribadito al prefetto Romeo, le motivazioni che hanno portato a intraprendere loro malgrado tale scelta.
Tutto trae origine dall’aggiornamento del Piano di Ambito dell’ATO Ovest Imperiese di ottobre 2023, nella parte relativa al “modello gestionale ed organizzativo” che riguarda direttamente il personale di Rivieracqua, redatto ad ottobre 2023 dal Commissario ad Acta e vincolante per i vertici aziendali.
In sintesi viene data indicazione a Rivieracqua di ridurre la forza lavoro da 210 a 155 unità nel giro di dieci anni (2023 – 2033), attraverso:
- blocco totale del turnover fino al 2033;
- possibile esternalizzazione in fase di gara per l’ingresso del partner privato, di alcuni servizi (telecontrollo della centrale di sollevamento di Roverino, lettura contatori e bollettazione) mediante assorbimento del personale Rivieracqua (circa 20 unità).
Il prefetto, ha riconosciuto le legittime ragioni delle organizzazioni sindacali che lamentavano di non essere mai state convocate dal commissario dell’ATO e non aver potuto svolgere un confronto come previsto dalle norme e dal CCNL.
Pertanto, nel sospendere la “procedura di conciliazione”, il prefetto ha esortato le parti ad un confronto preventivo che si terrà mercoledì 5 giugno alle 14 presso la sede di Rivieracqua, invitando espressamente il sub-commissario ATO, dr.ssa Brescianini, a prendere parte all’incontro, attesa la stretta connessione tra i contenuti del Piano di Ambito e la materia di oggetto sindacale.
Soddisfatti i sindacati, che tramite la mediazione del prefetto, hanno finalmente ottenuto il diritto di avviare un vero confronto con tutte le parti in causa, che chiedevano già dal 20 marzo 2024.