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“Io mi sono sentito ferito a livello personale e spiego anche perché”, così esordisce il sindaco di Taggia Mario Conio dopo i pesanti attacchi portati avanti dal gruppo di minoranza “Progettiamo il Futuro”. Secondo la minoranza Conio, nell’arco del suo precedente mandato, avrebbe continuato a svolgere la sua attività professionale come architetto all’interno del comune da lui amministrato.

“Mi sembra un modo triste di fare attività politica. Ho voluto dimostrare a tutti voi quella che poi è la realtà dei fatti”, spiega il sindaco fornendo ogni dettaglio sulle mail e i documenti inviati al Comune, tutte facenti capo al padre Francesco, che esercitava anch’esso la professione di architetto. Richieste agli atti che servivano allo svolgimento del lavoro per incarichi asserviti da Francesco per proprio conto e non come studio associato col figlio, con il quale invece continuava a collaborare al di fuori del territorio di Taggia.

“Con dovizia di particolari ho dimostrato quello che è stato sempre la correttezza del mio comportamento. Io dal 2017 al 2020 non ho fatto nessuna attività sul Comune di Taggia come progettista. C’è stato poi un accadimento che ha sconvolto la mia vita privata con la morte di mio padre”, racconta il primo cittadino.

Conio mostra la registrazione del consiglio comunale dove, a due mesi dalla scomparsa del padre, il sindaco dichiarava di concludere il lavoro lasciato in fieri dal padre per adempiere alla correttezza e all’impegno professionale di quest’ultimo. “Il 7 maggio 2020 andavo in consiglio comunale dove dicevo che per senso di responsabilità e onore nei confronti di mio padre, io avrei preso esclusivamente, lo sottolineo tre volte esclusivamente, la direzione lavori di alcune limitatissime pratiche per portare a termine questi lavori già approvati dal Comune e già iniziati”.

Conio commenta poi l’intervento svolto nella residenza della madre: “Nel momento in cui io mi sono trovato a dover fare una modifica interna alla residenza di mia madre per permetterle di farsi avvicinare dal nipote, ho ritenuto che già essendo proprietario di quella casa, non dovessi essere ipocrita firmando da me quella che si chiama una segnalazione certificata di inizio attività. Una pratica, badate bene, che non sconta nessun parere di Giunta, nessun parere in Consiglio comunale, non sconta neanche nessun parere di Commissione edilizia. Di conseguenza ho ritenuto che fosse giusto metterci la faccia sino in fondo, anche perché in questo Paese dove l’ipocrisia a volte regna sovrana, dovete spiegarmi la differenza tra le pressioni che può fare un sindaco proprietario di casa sua rispetto a un sindaco che è anche tecnico”.

“Domenica – conclude – i consiglieri di minoranza hanno in maniera molto direi superficiale inviato documentazione cui erano allegati documenti sensibili di mia madre. Oggi chiunque può sapere dove abita mia madre dove risiede. Mi sembra un modo triste di fare attività politica. Quindi da oggi io non perderò più il fiato e non risponderò più a questi attacchi e provocazioni da parte della minoranza. Ci penserà un legale, appunto, a tutelarmi nelle sedi opportune”.

L’intervista completa al sindaco Conio nel video servizio a inizio articolo.