Non c’è maggioranza e minoranza, Comuni diversi o ruoli politici, c’è solo un grido forte e chiaro: ‘No al CPR alla Camandone!’.
Questa mattina il Golfo Dianese con più di 250 persone tra i suoi cittadini, i suoi operatori, i turisti, i suoi investitori ha manifestato la contrarietà al progetto del Centro di permanenza per i rimpatri a Diano Castello. Occasione per esplicitare, in maniera pubblica e forte, il disagio a seguito dell’incontro avuto con il Prefetto, in occasione del quale era stata comunicata la volontà del Prefetto stesso di utilizzare la Ex Caserma Camandone quale sede per l’istituzione di un CPR. All’evento presenti i Comuni del Golfo e diverse associazioni per cui l’opposizione all’installazione del CPR è diventata una priorità a favore di una comunità che teme possibili ripercussioni sociali ed economiche sulla zona.
Le parole di Romano Damonte, Cristiano Za Garibaldi e Paolo Saglietto
“Abbiamo capito benissimo che la volontà è di fare il Cpr nella Camandone. Ci è stato detto che è una struttura idonea e che può essere adibita a questo scopo. Noi abbiamo ribadito il nostro no. Quando abbiamo indetto la manifestazione sono arrivare diverse smentite, che però hanno dietro alle spalle qualcosa che è rimasto scritto. Oltre a capirlo bene l’italiano, l’abbiamo anche letto bene. Dopo questa manifestazione dobbiamo anche capire bene i nostri referenti politici cosa vogliono fare del territorio del Golfo Dianese”, ha esordito ai nostri microfoni il sindaco di Diano Castello, Romano Damonte.
“Ci siamo opposti sin dall’inizio a questa ipotesi. Non si può che dire di no al Cpr, è banale dirlo, ma meno banali sono le motivazioni di diverso genere: da quelle di tipo tecnico a quelle urbanistiche o viabilistiche, che in qualche mondo concernono quello che dice la legge, perché qui non siamo fuori dal centro urbano dei nostri Comuni. A pochi passi da qui c’è una struttura ricettivo turistica, ci sono strutture ludico ricreative; tra poco ci sarà una scuola, e poi è tutta una zona residenziale. Direi, quindi, che sarebbe uno smacco e un danno terribile alla nostra economia territoriale”. I territori devono essere sereni, soprattutto uno come il, nostro che vive di turismo, che deve offrire serenità a chi viene a trascorrere le vacanze qui da noi. Il nostro danno principale sarebbe quello di immagine, perché nessuno vorrebbe un carcere alle porte delle strutture ricettivo turistiche”, ha commentato il sindaco di Diano Marina, Cristiano Za Garibaldi.
“Confesercenti, Confcommercio e Confindustria hanno espresso una posizione unitaria, il Cpr avrebbe un impatto troppo grosso su un territorio che vive di turismo, sarebbe una macchia indelebile. Abbiamo chiesto che si considerino progetti seri per lo sviluppo dell’area, ha concluso Paolo Saglietto, presidente della Confcommercio del Golfo Dianese.
Le interviste a Damonte, Za Garibaldi e Saglietto nel video-servizio a inizio articolo.