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Mattinata di assemblee a Palazzo della Provincia dove si sono radunati il Consiglio ed i Sindaci del Ponente ligure. Il focus sul rendiconto di gestione 2023 è stato il pretesto per allargare i temi: da Rivieracqua al CPR alla ‘Camandone’, che intimorisce gli amministratori del dianese.

Il bilancio consuntivo ha trovato tutti favorevoli (ad eccezione del consigliere Quesada) dato anche il trend positivo nel 2023 come spiegato dalla delegata Marzia Baldassarre. L’avanzo disponibile, dunque libero da vincoli, ammonta a 3 milioni 775 mila €uro, ai quali vanno aggiunti 1 milioni e 696 mila provenienti dalla causa vinta contro Intesa San Paolo, accordati dal Tribunale di Milano. Oltre cinque milioni che verranno ridistribuiti nella variazione di bilancio, tema del consiglio fissato per il prossimo 17 maggio. Nel particolare il risultato di gestione segna un positivo per 11.550.054,22 €, in aumento rispetto ai 7 milioni e 700mila dell’anno precedente. Così l’ammontare del risultato di amministrazione è di 33.874.556, 76€ con un divario di quasi + 4 milioni e mezzo rispetto al 2022. Vengono accantonati 9.279.160,18 € (7 milioni per fondi di dubbia esigibilità, 600.000 per fondo contenzioso e 900.000 per SWAP). La quota vincolata invece è di 20 milioni 264 mila € dei quali 14 da trasferimenti con vincolo, e 5 apposti per obblighi di legge/principi contabili/vincoli apposti dall’ente mentre 555.618, 62 sono obbligatoriamente destinati agli investimenti. Da qui l’avanzo disponibile di 3 milioni e 775 mila €uro.

Ordine sottoposto all’approvazione dell’ Assemblea dei Sindaci – che hanno risposto favorevolmente – ed il Presidente Scajola ha colto l’occasione per fare il punto su Rivieracqua. “L’acqua sarà sempre pubblica, al massimo chi gestirà sarà un privato. Con uno sforzo immane, però abbiamo fatto in modo che anche l’ente gestore rimanga per maggioranza pubblica. Dobbiamo evitare il fallimento anche perché abbiamo 500 piccole imprese creditrici che, in quel caso, perderebbero i loro crediti mentre nel nostro progetto recupererebbero tutto in tre anni. In caso di fallimento, ci sarebbe una gara nella quale entrerebbe interamente un privato.”

La seduta si era aperta con attenzione sul biodigestore che, al 10 aprile, ha visto la firma del contratto tra Provincia e Waste Recycling Imperia a 361 milioni di €uro per 22 anni, ed, al 15 aprile, il passaggio di proprietà dei terreni, dinnanzi al notaio, in zona Colli. L’accordo prevede la costruzione dell’impianto in due anni, a partire dalla firma; la gestione ventennale del biodigestore e che, per altri trenta successivi alla conduzione dell’impianto, avrà la conduzione della discarica. Comprese la manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere e della strada comunale per Beuzi e delle aree limitrofe. L’auspicio del Presidente Scajola è che i tempi possano accorciarsi e, nel giro di un anno, stoppare le corse fino a Genova per il conferimento in discarica dei rifiuti, con conseguente abbattimento dei costi.

Consiglio che si è chiuso con la richiesta di Cristian Quesada affinchè il consiglio si esprimesse unanimemente sul ‘NO al Cpr’ alla ‘Camandone. La risposta negativa però l’ha ricevuta proprio il consigliere piddino dall’assemblea. In sostanza, Quesada e i sindaci del dianese incassano la solidarietà dei consiglieri che però non ritengono opportuno votare su una questione priva di ufficialità. In particolare, Barbara Feltrin, la più coinvolta nella questione, sottolinea come il polverone sollevato in questi giorni possa ledere la pubblicità verso i turisti, in vista dell’estate.