Riceviamo e pubblichiamo di seguito la nota stampa congiunta del Circolo di Imperia e del gruppo consiliare PD.
“La nota del PD imperiese ha preso spunto dall’intervento in Consiglio regionale del Capogruppo Luca Garibaldi e del correlatore Enrico Ioculano che ringraziamo.
Il Consiglio Regionale ha certificato il disastro della gestione Toti-Gratarola iniziata 8 anni fa: 63 milioni di tagli, di cui 35 milioni di euro alla sanità per il 2024.
La mannaia di Toti si è abbattuta sui servizi sanitari e sul resto delle spese regionali per ripianare il buco di bilancio delle aziende.
Con 35 milioni si potevano nell’ordine assumere più di mille operatori della sanità, realizzare altre 12 case di comunità, oltre a quelle del PNRR, acquistare 600.000 prestazioni sanitarie per abbattere le liste d’ attesa, aumentare i posti letto convenzionati nelle RSA, sostenere maggiormente le guardie mediche e il trasporto sanitario oggi in crisi.
Non avremo nulla di tutto questo perché quei soldi sono stati tagliati.
La manovra in atto certifica la fine della narrazione del Presidente della Giunta di questi anni, una narrazione distantissima dalla realtà.
Solo tre anni fa la Giunta annunciava l’azzeramento del disavanzo che invece è continuato a crescere.
E la manovra di ripiano del disavanzo è indicativa delle scelte della Giunta.
Il taglio più forte, con 35,5 milioni di euro, lo riceve la sanità: una cifra imponente pari a tutta la richiesta di produzione aggiuntiva delle aziende gli esami e le prestazioni sanitarie.
Questi soldi non ci saranno e l’anno prossimo le condizioni del Fondo Sanitario Nazionale saranno, purtroppo, ancora più drammatiche.
Per rimediare alla rimanente parte del disavanzo la scelta è quella di tagliare i fondi ad aziende ed enti locali.
Salteranno 18 milioni di euro per la programmazione comunitaria: Fondo Sociale Europeo, Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, Programma di Sviluppo Rurale.
Si colpiscono i progetti dei Comuni, spesso gia presentati, con un taglio di 10 milioni di euro sul Fondo Strategico Regionale.
Toti insomma è riuscito nell’impresa di fare disavanzo e fare aumentare le liste d’attesa, non garantendo nei fatti il diritto alla salute.
Nel 2023 infatti le liste di attesa sono aumentate di 850 mila prestazioni mentre 120 mila liguri hanno rinunciato alle cure per le difficoltà economiche.
Un dato drammatico, che certifica il fallimento della sanità pubblica sotto il governo di Toti.
E certifica ancora di più il fallimento del modello di governance della sanità.
Alisa ne è l’esempio più straordinario. Un’azienda con un bilancio di 400 milioni di euro l’anno e oltre 200 dipendenti che da soggetto di coordinamento della sanità è diventato strumento coordinato e usato da altri, una società di facciata che aumenta i costi e non si assume responsabilità.
Il PD avanza alcune proposte semplici ma concrete: azzerare ALISA e con lei il castello di scatole cinesi costruito attorno alla sanità.
Si recuperino le risorse senza tagliare i servizi, senza consulenze esterne e advisor, ma con un confronto aperto con le organizzazioni sindacali e le pubbliche assistenze che stanno per alzare bandiera bianca, per gestire la fase più acuta di questa crisi con un’operazione verità sulla sanità pubblica che Toti, con le sue scelte, sta portando al disastro”.