“La bibliografia su Matteotti continua ad allungarsi, ma l’attenzione rimane rivolta al delitto. Questo libro è invece la rievocazione della sua vita, molto meno conosciuta: trentanove anni senza respiro dagli austeri studi giuridici alle lotte politiche locali fino allo scontro con Mussolini. Sapendo come visse, capiamo perché morì” (prof. Gianpaolo Romanato).
Una riflessione che anticipa le tematiche che verranno affrontate domani, martedì 23 aprile 16.30 nel teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo. Nel centenario dalla nascita di Giacomo Matteotti il prof. Gianpaolo Romanato illustra il volume: “Giacomo Matteotti, un italiano diverso” (Bompiani). Partecipa il prof. Aldo Mola. Ingresso libero.
Se non si può aggiungere nulla a quanto è già stato scritto sul delitto Matteotti, molto si può dire invece sul ruolo che ebbe nella politica del tempo e sul suo lato umano, che in pochi conoscono. Questa biografia prende le mosse dal corpus epistolare tra Giacomo e l’amata moglie Velia, una testimonianza finora ingiustamente trascurata ma di enorme valore storico, una corrispondenza fittissima che si estende dal 1912 al 1924, anno della morte di lui. Attraverso le loro parole intime e accorate leggiamo in filigrana la storia di un Polesine povero e marginale al volgere del secolo e dell’Italia agli albori del fascismo. Documenti che gettano luce sulla forza interiore del deputato socialista ma anche sulle fragilità e le contraddizioni nascoste dietro un’energia e una volontà incrollabili: soltanto queste lettere rivelano la sua solitudine, i giudizi taglienti su alcuni compagni di partito e sulla fallimentare politica dei socialisti nel primo dopoguerra, la stima per qualche avversario, i sacrifici che impose alla famiglia e i dubbi che oscuravano le sue granitiche certezze. Matteotti fu un uomo duro, intransigente, mai disponibile al compromesso, un politico spesso settario che non faceva sconti a nessuno, neppure a se stesso, che suscitava scarse simpatie anche nel suo partito, probabilmente amato soltanto dai poveri contadini polesani dei quali aveva sposato la causa. Andò contro i suoi stessi interessi e contro la sua classe sociale, che non gli perdonò mai il tradimento. Il mito che nacque già all’indomani del suo assassinio non deve trarre in inganno: in vita Matteotti fu un uomo profondamente divisivo. Ma fu anche un combattente intrepido, un osservatore lucido che comprese la natura del fascismo prima e meglio di tutti, l’unico che in parlamento non smise mai di parlare e che per questo pagò un prezzo crudele. (La presentazione)
Gianpaolo Romanato ha insegnato storia contemporanea all’Università di Padova e nella Facoltà di Scienze internazionali e diplomatiche dell’Università di Trieste-Gorizia. Numerosi viaggi in America latina lo hanno appassionato al mondo missionario, sul quale ha scritto Le Riduzioni gesuite del Paraguay. Missione, politica, conflitti (Morcelliana, 2021), L’Africa Nera fra Cristianesimo e Islam. L’esperienza di Daniele Comboni (Corbaccio, 2003), Giovanni Miani e il contributo veneto alla conoscenza dell’Africa (Minelliana, 2005). Il volume Pio X. Alle origini del cattolicesimo contemporaneo (Lindau, 2014) ha vinto il Premio Acqui Storia 2015. Proviene da una famiglia originaria di Fratta Polesine, dove presiede il Comitato scientifico della Casa Museo Giacomo Matteotti, con la quale ha avviato la collana dei “Quaderni di Casa Matteotti”. Dal 2007 fa parte del Comitato Pontificio di Scienze Storiche (Città del Vaticano), nominato da papa Benedetto XVI e confermato da papa Francesco.
Martedì 30 aprile alle 16.30 in collaborazione con Run for the Whales 2024 la biologa Maddalena Jahoda parlerà del libro: “Balene salvateci! I cetacei visti da un’altra prospettiva” (Mursia). Ingresso libero.