Intorno alle 19 di ieri è stata disvelata a Villa Viani l’installazione artistica che va ad arricchire l’antico lavatoio: un luogo unico per gli abitanti locali, molto affezionati a quello che è considerato il centro nevralgico del piccolo borgo, parte del Comune di Pontedassio, presente dal 1836.
La cerimonia, iniziata con un viaggio nella storia di questa fonte d’acqua e dello stesso paese, che va a ritroso fino alla prima metà del ‘600, affidata alla voce dello storico Alessandro Giacobbe, ha poi visto, dopo l’intervento del sindaco di Pontedassio Ilvo Calzia, il disvelamento dell’opera posta sulla parete del lavatoio: un riquadro composto da 100 piastrelle in ceramica raffigurante una scena di vita quotidiana presso i lavatoi di un tempo.
Il lavoro è stato realizzato dall’artista Maria Luisa Vrani con la collaborazione della preside della Scuola di Ceramica di Albisola Lea Gobbi e dell’assessore alla Cultura di Albisola Simona Poggi.
L’installazione segna un punto ulteriore nella ristrutturazione del lavatoio, iniziata dall’ex consigliere delegato alle Frazioni Giovanni De Lucia, che aveva già in parte recuperato l’opera, e che si compirà prossimamente quando la struttura verrà arricchita ulteriormente da una scritta dipinta, raffigurante una frase tratta da Italo Calvino. Questa citazione è stata condivisa con i presenti dal giovane Daniele Gandolfo, che, accompagnato dal pianoforte di Pablo Ciocan, ha intrattenuto i numerosi ospiti presenti, tra cui il sindaco di Airole, Maurizio Odoero, e il primo cittadino di Chiusavecchia, Luca Vassallo.
“Prima di me sia la Pro loco che le amministrazioni hanno cercato di prendersi cura di questo simbolo, che vogliamo rimanga”, dichiara il sindaco Calzia. “In particolare il compianto De Lucia, che ha tentato di interpretare il volere della Pro loco e degli abitanti che tengono a questo luogo”.
“Io sono arrivato da poco e ho cercato di dare una rinfrescata, cercando di arricchirla con un qualcosa che rimarrà nel tempo”, dice ridendo il sindaco.
Nel video servizio a inizio articolo le immagini dell’opera e le parole di Giacobbe e Calzia.