Nel week-end, i Tecnicos Emergencias en Accion hanno raggiunto Kiev: missione compiuta. Il lungo viaggio di Andrea Gomez e Francisco Bueno è arrivato a destinazione, nonostante gli intoppi, e ora permarranno qualche giorno in Ucraina per dare aiuto, prima di riprendere la strada verso Murcia (partendo da Varsavia).
Nei quattromila km del percorso – tra Spagna, Francia, Italia, Slovenia, Croazia, Ungheria, Slovacchia e Polonia – la coppia di volontari si era fermata ad Imperia, ospite della Croce Bianca. Andrea, originario del capoluogo ponentino, aveva così potuto riabbracciare i suoi fratelli spiegando che, l’aiuto che i Tecnicos Emergencias en Accion portavano in Ucraina, era tutto frutto della loro dedizione alla causa, con banchetti, raccolte fondi, sponsor ma senza aiuti statali. A Kiev poi ci sarebbe stato il loro contatto: Igor, un bambino di Chernobyl ormai cresciuto. Sottolineando che circa l’80 % del personale, che aiuta in Ucraina, viene dalla Spagna.
Mondi lontani che Andrea aveva ravvicinato anche con la sua storia: conosce bene Roberto Trincheri (presidente della Croce Bianca), anche perchè il fratello Manolo è socio nella pubblica assistenza, e oltre 30 anni fa scelse di seguire il ritorno del papà a Murcia per curarlo. Rimase poi in Spagna.
Giovedì mattina, 4 aprile, i Tecnicos Emergencias en Accion sono arrivati alla frontiera, pronti ad entrare nel territorio martoriato dalla guerra. Quando tutto sembrava filare liscio, arriva lo stop: da inizio mese, i lampeggianti blu delle sirene non sarebbero più normati. I mezzi di emergenza sanitari devono essere bianchi. Ancora attesa e tensione. I soldati controllano gli incartamenti poi improvvisamente tutto si risolve, “E’ stato un malinteso in frontiera” ci dirà Andrea su WhatsApp. E la missione riparte.
Una volta incontrato Igor, il contatto, hanno lasciato gli aiuti medici ed umanitari immergendosi nella realtà ucraina. Con due vicoli e sette persone, si sono spostati a 8 ore da Kiev, senza mai specificare la destinazione. “Per la vostra sicurezza” li hanno avvisati le autorità. Ma sempre con rispetto e prudenza, assicurano. Andrea e Francisco dal profilo Facebook scrivono “Il nostro viaggio sta per terminare. Abbiamo visto quanto è difficile la guerra, ma ci teniamo il bene delle persone, la solidarietà. Non posso esprimere il calore della gente con me e Andrea, sapendo che siamo spagnoli. Abbiamo foto di dove sono state lasciate le bandiere firmate da voi. Si è portato via assistenza medica e si è fatto visita a malati, feriti, in ospedale, o meglio ciò che ne rimane.”