La notizia della bocciatura da parte del Consiglio dei Ministri della legge regionale che avrebbe permesso ai medici dipendenti del Servizio Sanitario Regionale ligure, in regime di intramoenia, di prestare servizio in strutture sanitarie private, anche se solo parzialmente accreditate, ripristina condizioni di correttezza del sistema.
La Funzione pubblica, già nell’ottobre scorso in occasione della discussione sul bilancio di previsione dell’Ente 2024-2026, aveva manifestato anche pubblicamente la propria contrarietà perché, se applicato, scriveva nella nota “il provvedimento avrebbe rappresentato una pericolosissima deriva ai danni del Sistema Pubblico oltre ad essere un enorme regalo al privato mascherato da soluzione per abbattere le liste d’attesa”. La Fp Cgil dei Medici e Dirigenti Sanitari aveva sottolineato il rischio di innescare un grave conflitto di interessi che, permettendo di aggirare il vincolo di esclusività, avrebbe creato vuoti sempre maggiori di personale e di prestazioni all’interno delle strutture del Servizio Sanitario.
“L’atto della Regione, oltre ad essere una dimostrazione di arroganza avrebbe colpito fortemente il servizio ai cittadini – commentano dalla Funzione Pubblica Cgil – ora che la legge è stata bocciata, se la Regione avesse un briciolo di umiltà, tornerebbe sui propri passi e sposerebbe soluzioni condivise”.
“Lo avevamo detto fin da subito in aula durante la discussione del bilancio e ora lo conferma lo stesso Consiglio dei Ministri: l’emendamento Toti-Gratarola sull’uso dei medici pubblici in strutture private è un provvedimento inapplicabile e insensato. Fin da subito avevamo fatto presente che era solo un modo per rafforzare i privati a scapito del pubblico ora anche il governo di centro destra, riferimento della maggioranza in consiglio regionale, conferma l’inadeguatezza e anzi ne sottolinea l’illegittimità costituzionale. In un momento in cui si moltiplicano le carenze, con pensionamenti, fughe e mancate assunzioni, la Giunta invece di mettere in campo provvedimenti in grado di colmare questi vuoti, pensa di potersi affidare a soluzioni tampone inutili a colmare i disservizi e a ridurre le liste d’attesa”, così il consigliere regionale del Partito Democratico Enrico Ioculano, relatore di minoranza per il PD durante la seduta di bilancio, dopo le notizie di stampa che rendono nota la bocciatura da parte del consiglio dei ministri dell’emendamento della Giunta Toti sull’utilizzo dei medici pubblici in strutture private.
“L’assessore Gratarola vive di contraddizioni e questo emendamento ne è stata la prova: se da un lato si espone contro le Cooperative e i medici a gettone dall’altro rimpingua le Asl, soprattutto la Asl 1, di medici privati e promuove l’uso dei medici pubblici nelle strutture convenzionate. Non solo, non contento della bocciatura del Consiglio dei ministri rilancia e spera in un ripensamento e un’approvazione, nonostante l’emendamento presenti profili di incostituzionalità. Una prospettiva inaccettabile: serve invece una proposta in grado di rafforzare il pubblico”, conclude Ioculano.
“Ancora una volta per la Giunta Toti il voto è zero, confermando che sulla sanità non ne azzecca una. Dopo averla messa in ginocchio in otto anni di mal governo ha provato a rattoppare il buco delle carenze e delle liste d’attesa bloccate con una misura indegna e illegittima che fin da subito come Partito Democratico abbiamo detto che non andava bene”, così il segretario del Pd Liguria Davide Natale e la responsabile sanità regionale Katia Piccardo in merito all’emendamento presentato dalla Giunta in seduta di bilancio che prevedeva che le strutture private accreditate potessero utilizzare i medici dipendenti di Asl e ospedali che abbiano optato per l’intramoenia e che è stato bocciato dal consiglio dei Ministri, come reso noto da alcuni organi di stampa.
“Oggi Toti e Gratarola hanno avuto la prova che quanto presentato non andava bene, ma continuano a voler far passare tutto come normale amministrazione. Ma anche il ‘governo amico’ di centrodestra ha bocciato la proposta di questa giunta che, incapace di trovare soluzioni per abbattere le liste e assicurare il diritto di cura, cerca escamotage che poi nei fatti si rivelano un fallimento”.
“Lo avevamo chiaramente detto in Aula durante l’ultima sessione di Bilancio di dicembre 2023, ma la Giunta ha voluto tirar dritto ed ecco così l’ennesima norma impugnata dal Governo. Un Governo, peraltro, dello stesso colore della maggioranza regionale. Surreale!”.
Così, il capogruppo regionale del M5S Fabio Tosi commentando la notizia e ricordando che sul tema specifico si era già espressa la Corte costituzionale con la sentenza 238 del dicembre 2018: secondo la Suprema Corte, la norma, già tentata da altri Enti, “disattende il principio di unicità del rapporto di lavoro”.
“Tutte le volte che dai banchi dell’opposizione segnaliamo profili incostituzionali nei disegni di legge presentati dall’esecutivo ligure, veniamo tacciati di ostruzionismo, presi in giro se non addirittura derisi. È chiaro che ora la norma dovrà essere ritirata ed è sempre più evidente che la Giunta non sappia a quale Santo rivolgere una prece per smaltire e/o diminuire le liste di attesa”.
“Oltre alla grottesca situazione delle liste per esami e prestazioni, sulla nostra regione incombe anche il gravissimo buco della sanità pari a 150 milioni di euro. Oltre che per il rosso profondo dei conti regionali, le due giunte Toti 2015-2020 e 2020-2025 saranno ricordate come quelle capaci di inanellare un record difficile da scardinare, e cioè quello delle leggi impugnate. Anziché girare il mondo con una brutta copia del mortaio (con buona pace dell’eccellenza del pesto, che certamente non meritava un gonfiabile), Toti & C. pensino a sanare la sanità regionale, puntando sul pubblico e non sul privato che, contrariamente a quanto affermato qualche giorno fa dal presidente di Confindustria Sanità Liguria Riboli e dall’assessore Gratarola a Primocanale, purtroppo sta prendendo sempre più piede con gravi conseguenze per il sistema pubblico”.