Nel pomeriggio del 22 febbraio personale della Sezione Investigativa del commissariato di Sanremo ha tratto in arresto un trentottenne campano “trasfertista” responsabile di diverse truffe ai danni di anziane sanremesi ultraottantenni.
Il modus operandi adottato dagli ignoti truffatori consiste in un prolungato contatto telefonico da parte di un soggetto che, presentandosi come carabiniere alle vittime più vulnerabili prescelte per l’età avanzata, paventa pesanti conseguenze di natura penale per i loro congiunti talvolta indicati come responsabili di gravissimi incidenti stradali o insolventi al pagamento di multe e/o tasse, ecc.
Per consolidare il raggiro, il sedicente carabiniere circuisce le vittime convincendole che il problema di natura penale può essere risolto solo dietro pagamento di una determinata cifra, esigibile sia in denaro che in ori o preziosi, da consegnare ad un altro “carabiniere” ovvero un complice preposto al ritiro a domicilio del maltolto.
Nella mattinata del 22 febbraio sono giunte sulla linea urbana del commissariato di Sanremo diverse telefonate da parte di anziani che hanno segnalato tentativi di truffe con il raggiro telefonico del cosiddetto “finto carabiniere” giunte sulla linea di rete fissa delle loro abitazioni.
Nello specifico, un’anziana ultraottantenne residente a Sanremo, ha ricevuto comunicazioni telefoniche da parte di un sedicente carabiniere che le ha preannunciato gravi conseguenze penali per suo figlio, realmente esistente, asseritamente colpevole di non aver pagato delle multe, prospettandole la possibilità che, corrispondendo una somma di denaro di euro 8.000 euro, avrebbe potuto ovviare all’inconveniente occorso al figlio.
Lo stesso sedicente “carabiniere” ha quindi comunicato telefonicamente all’anziana che sarebbe giunto direttamente presso la sua abitazione un altro carabiniere a cui avrebbe dovuto consegnare il denaro.
Sulla scorta delle segnalazioni pervenute al commissariato, personale della Sezione Investigativa ha intensificato i controlli al fine di rintracciare gli ignoti truffatori evidentemente ancora presenti sul territorio cittadino in attesa di poter “ritirare” denaro e gioielli su indicazione dei complici preposti al raggiro telefonico delle ignare vittime.
Nell’ambito dei servizi sempre più serrati il predetto personale ha notato un soggetto che, camminando in modo frettoloso sempre troppo interessato al proprio cellulare, è salito con fare circospetto a bordo di un taxi nei pressi della stazione ferroviaria di Sanremo tornando poco dopo al punto di partenza.
Tale insolito tragitto compiuto a bordo di un taxi ha insospettito gli agenti che hanno quindi fermato il soggetto di origini campane apparso sin da subito estremamente nervoso.
All’atto del controllo è stato altresì riconosciuto come l’autore di una truffa perpetrata in questo centro cittadino lo scorso 12 febbraio in danno di un’anziana donna classe 1940.
A seguito degli accertamenti è emerso che il medesimo era in attesa di poter raggiungere l’abitazione dell’ultraottantenne dove avrebbe dovuto ritirare la somma di 8.000 euro per il rilascio del figlio ancora in stato di fermo presso la caserma dei Carabinieri di Sanremo.
La truffa è sfumata grazie alla prontezza del figlio dell’anziana donna che, per nulla convinto dalla telefonata ricevuta da sua madre, si è rivolto ai veri Carabinieri di corso Inglesi interrompendo il tentativo di reato.
Nell’ambito dello scambio d’informazioni proseguiti con l’Arma CC di Sanremo, la Sezione Investigativa ha attribuito al medesimo soggetto un altro tentativo di truffa aggravata in danno di un’anziana donna classe 1948 sempre avvenuto nella tarda mattinata del 21 febbraio.
Accertata la sua responsabilità in ordine al tentativo di truffa, il soggetto individuato dal personale della Sezione Investigativa è stato accompagnato negli uffici del commissariato di Sanremo, e informata la Procura della Repubblica del Tribunale di Imperia, è tratto in arresto e messo a disposizione dell’autorità giudiziaria per la celebrazione del rito direttissimo per il giorno successivo. Dopo l’udienza il G.I.P. presso il Tribunale disponeva il trasferimento in carcere in stato di custodia cautelare.