Geolier

Dopo il trionfo di ieri sera sul palco dell’Ariston con ‘I p’ me, tu p’ te’ e una pausa pranzo tra selfie, video e auguri, saluti nel suo minimondo sanremese ‘Al Sessantuno’, entra in sala stampa Geolier subito dopo aver fatto un collegamento alla ‘Vita in diretta‘ con Giovanna Civitillo.

Si siede e si scusa: “Per fare 2 kilometri ci abbiamo messo 40 minuti, peggio di Napoli”, scherza. Domanda d’obbligo, come si sente dopo il primo posto in classifica ieri: “Io ho solo detto ai miei amici, guagliò, qualsiasi cosa succede state calmi, non sfondiamo nulla”. Il primo posto di ieri ha la dedica ad un suo amico mancato da poco. “Daniele era un ragazzino di 17 anni che mi ha insegnato tanto; l’ho salutato in ospedale prima di partire per Sanremo. Io e lui sappiamo”.

Umiltà, Napoli e musica. “Non mi aspettavo niente, ero assai emozionato anche perchè l’Ariston scotta, è fuoco. Io voglio portare Napoli ovunque, portare il napoletano a Sanremo è stato mio obbligo, io volevo fare questo, tutto il resto per me non conta”.

La sua ‘I p’ me, tu p’ te‘. “Un pezzo uptempo, un po’ cassa dritta, parla di una coppia che si ama troppo e riesce a capire che è il momento di fare I p’ me, tu p’ te“.

E poi la serata di domani: “Io ho voluto portare il rap e il Napoli e lo faccio con Gigi D’Alessio , Guè e Luchè“. Insieme daranno vita ad un medley dal titolo ‘Strade’. “Con Guè canterò Brivido; con Luchè ‘O primmo ammore‘ e con Gigi ‘Chiagne‘. Sono onorato di stare sul palco con loro, io sono il più piccolino”.

Emanuele, classe 2000, conclude: “Questo non è un lavoro, è un piacere, il lavoro vero è un altro e io è da quello che vengo. Mi hanno insegnato che cosa è il sacrificio, cosa significa la fatica e io mi baserò sempre su quello. Emanuele è un ragazzo semplice che ama quello che fa”.