Tra Centenari e celebrazioni, Imperia si è dimenticata il suo premio Nobel, Giulio Natta. Il padre della plastica, le sue scoperte nella polimerizzazione del propilene hanno cambiato il mondo incidendo sul secolo scorso come pochissime altre. E così il 10 dicembre 1963, precisamente 60 anni fa, a Stoccolma riceveva il premio scientifico più famoso al mondo “le scoperte nel campo della chimica e della tecnologia dei polimeri”. Nel 1975 anche Renato Dulbecco sarà insignito del Nobel, per la medicina. Accomunati dal premio e dal fatto che ad Imperia non ci sia una strada o una piazza a loro intitolate. Condividono l’aula magna del plesso scolastico in via Terre Bianche; l’ istituto primario di Largo Ghiglia è intitolato al chimico ma, onestamente, ad Imperia le classi sono conosciute con il nome del partigiano.
Un cenno a Natta, quest’anno, è arrivato da Imperia Rinasce ma soltanto perché la statua che replicava la molecola era stata danneggiata dai bambini. Non si può fare una colpa ai più piccoli, dato che la struttura assomiglia un po’ ad una scala colorata e, soprattutto, intorno non vi è nemmeno una targhetta, una effige o qualcosa che spieghi chi fosse Natta e spieghi cosa sia l’opera. E’ semplicemente messa lì.
Di Natta rimane la casa natale, in via Petrarca ai piedi del Parasio. Una lapide per ricordarlo era stata posta 20 anni fa e, da pochi giorni, sono stati avviati i lavori di ristrutturazione dell’edificio. Targhe in memoria si contano anche a Sanremo e Ceriana; a Milano, in zona San Siro, una via porta il suo nome così anche a Millesimo. A Bergamo (dove morì nel 1979), Rivoli e Milano ci sono istituti superiori a lui intitolati. La pubblicità della Moplen con Gino Bramieri poi è ancora nella memoria dei meno giovani.
La cifra tonda ormai è passata ma Imperia non deve perdere l’occasione per ricordare l’uomo che rivoluzionò il ventesimo secolo entrando inconsapevolmente nella vita di ognuno di noi.