Riceviamo e pubblichiamo di seguito la nota stampa del consigliere comunale a Taggia Giuseppe Federico.
“Ieri mattina sono stato invitato ed ho partecipato molto volentieri alla presentazione del progetto Casa di Comunità che verrà realizzata nei locali della stazione ferroviaria di Taggia.
Occasione per capire meglio come questo progetto possa rappresentare una soluzione positiva per i servizi sanitari di prossimità ai residenti.
Le Case di Comunità, una volta operative, dovranno garantire cure mediche di prossimità, minor pressione sugli ospedali, un data-base medico per ciascun paziente e una digitalizzazione del registro sanitario.
Vanno però fatte alcune precisazioni, anche per evitare eccessivi entusiasmi ed inutili aspettative da parte dei cittadini:
– La realizzazione della Casa di Comunità di Taggia, intesa come struttura, e prevista dal PNRR, vedrà il suo compimento non prima di giugno 2025, e comunque obbligatoriamente entro la fine del 2026.
– Le assunzioni del personale non sono previste se non a partire dal 2027, per cui, in caso di messa in funzione della struttura prima di quella data, dovrà essere utilizzato personale già in servizio nelle attuali strutture ospedaliere.
– Per diventare operativa e fornire i servizi previsti, la Casa di Comunità modello Hub di Taggia, necessita della presenza di 10 medici di medicina generale (tra medici di famiglia e pediatri), 8 infermieri e 5 unità di personale amministrativo H/24 e sette giorni su sette.
– Le risorse per l’assunzione del personale dovranno essere, allo stato attuale, reperite attraverso risparmi e tagli sulla spesa sanitaria (riduzione ricoveri inappropriati, riduzione consumo farmaci, riduzione accessi inappropriati al Pronto Soccorso, ed altro).
È evidente che, il progetto Casa di Comunità, nelle intenzioni, sia estremamente positivo, perché perno fondamentale di una nuova sanità territoriale, ma c’è il grosso rischio che diventi una scatola vuota inutilizzata, perché ‘senza medici e infermieri, mattoni e siringhe non combinano niente’ parole dello stesso Ministro della Sanità Schillaci”.