Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del consigliere comunale Enrico Amalberti del Comune di Vallecrosia:

Ho partecipato al convegno “Un utilizzo virtuoso della sansa da olive” patrocinato dal Comune di Imperia ed organizzato da Confartigianato con la partecipazione della Cooperativa Speranza, esempio di innovazione tecnologica e della interpretazione del concetto di “rete”.

In particolare, nel contesto degli obiettivi europei, come il Green Deal, si è sottolineato come per il futuro delle imprese sia fondamentale sviluppare e puntare alla sostenibilità, creando una “rete” finalizzata a mitigare gli impatti ambientali.

Partendo dai residui della spremitura delle olive, processo per produrre gli oli vergine ed extravergine, si deriva l’olio di sansa. La sansa è in origine uno dei prodotti di scarto dell’industria olivicola che, grazie ai recenti progressi nella tecnologia di estrazione, può essere riutilizzata in modo sempre più efficiente, per scopi che variano da industria a industria.

La sansa dell’olio è costituita principalmente dalla polpa, dai noccioli e dalle bucce delle olive, ed è un sottoprodotto della spremitura dell’oliva.

Questo sottoprodotto è, tuttavia, ancora ricco di sostanze nutritive e principi attivi.

Per questa ragione viene lavorato e poi riutilizzato in cucina, nel mercato della cosmetica o dell’industria, evitando quindi di sprecare le sue preziose qualità.

Nei miei approfondimenti sulla “sansa” ho potuto comprendere come  si stia affermando sempre di più come risorsa sostenibile per l’industria alimentare, cosmetica ed energetica, offrendo un’alternativa green alla gestione dei sottoprodotti dell’olivicoltura.

Esistono diverse categorie di sansa, che possono variare a seconda del tipo di oliva utilizzata, della zona geografica di produzione, e delle modalità di estrazione.

La sansa può, tra i vari usi, essere essiccata, per poi essere sfruttata come combustibile, o come materiale per la produzione di biocarburanti.

Questo prodotto può essere adoperato anche come fertilizzante organico, grazie alla presenza di nutrienti come l’azoto, il fosforo e il potassio, è infatti in grado di rendere fertile un terreno coltivabile.”